domenica 17 gennaio 2016

Capoterra, 17-01-16. La mia 2^ gara di cross del 2016. Scritto da Antonello Vargiu.

Antonello Vargiu.     Foto Arnaldo Aru.
A una settimana dalla gara di Porto Torres eccomi nuovamente impegnato nella seconda gara di Cross in Sardegna. Stavolta la gara si svolge a Capoterra (20 km a sud-ovest da Cagliari). Mi bastano appena 15 minuti di tempo per arrivarci da casa. La giornata è molto fredda. Durante la mia partenza da Cagliari, verso le 08,15, ci sono appena 4,5 gradi. Per fortuna spunta un bellissimo sole. Nel breve tragitto per Capoterra mi fermo accanto alle saline dei “Conti Vecchi” per fare alcuni video. La giornata è chiara e bellissima.
Al mio arrivo nel campo gara, con grande sorpresa, mi rendo conto che il percorso gara è completamente asciutto. In compagnia degli altri atleti della “Cagliari Atletica Leggera” mettiamo su’ il gazebo dove sarà per noi il punto di ritrovo e di appoggio delle borse.
Nel frattempo la temperatura è salita di qualche grado e, con la presenza del sole, si attesta al di sopra di 10 gradi. La nostra gara è alle 10,30. Ho circa 40’ per fare il riscaldamento. Inizio pian piano per sentire le prime sensazioni corporee. Sensazioni ottimali. D’altronde in questa settimana, a cavallo tra le due gare, ho preferito fare un buon lavoro “brillante” il mercoledì, consistente nel fare 10 x 200 mt con recupero in souplesse da 100 mt. Poi ho fatto una corsetta leggera il venerdì, con allunghi finali, ma per il resto mi sono “riservato” tantissimo curando quotidianamente lo stretching. Faccio per intero il percorso della gara, lungo quasi 2 km, e mi rendo conto che è più duro di quanto ricordassi. La presenza di zone pietrose ed il fatto che il terreno sia completamente asciutto mi convince sul fatto che non mi conviene usare le chiodate. La bella giornata di sole ed il fatto che il percorso si trovi all’interno di una vegetazione semi boschiva, e quindi riparato dai venti, mi consente di correre in pantaloncini corti e canotta. Ottimo riscaldamento, con tanto di allunghi poco prima della gara, e siamo pronti a partire.
Siamo circa 160 atleti. Per fortuna riesco ad inserirmi in prima fila, anche se decentrato tutto a destra dello schieramento. Seppure poco dopo la partenza ci sia una curva a sinistra ritengo sia più importante potermi trovare sulla destra per avere maggiore spazio libero e guadagnare una buona posizione nella prima fase della gara. Cosi infatti si manifesterà. Pronti, via. La prima parte del circuito si trova in leggera salita per 500 mt. Per fortuna riesco a spingere molto bene per cui mi trovo tra i primi 12 atleti in testa. Le sensazioni sono molto buone. Riesco a tenere la posizione sino al punto più alto del circuito e ciò mi fa ben sperare.
Sapevo di essere in buone condizioni  e tra l’altro ho fatto anche un discreto riscaldamento prima della gara per cui la forte partenza non mi ha creato nessun problema. La gara si sviluppa in tre giri da poco meno di 2 km per un totale di 5750 mt. A parte i primi 500 mt di salita costante il resto del circuito è un susseguirsi di leggere salite alternate a discese con una miriade di curve strettissime dove è veramente difficile avere una costanza di velocità. I primi 2 km saranno tra i più veloci della gara. Mentre nel 1° km, nonostante la lunga salita, riesco a maturare un buon 3’43”, nel 2° km invece riesco a realizzare la mia massima velocità registrando un ottimo 3’37”. E’ proprio nel 2° km che raggiungo due atleti molto più giovani di me (Marcello e Roberto, SM35) e con la loro compagnia affronterò tutto il resto della gara. 
Genesio precede Roberto e Antonello.  Foto Arnaldo Aru.
Nel mix strategico di “potenza” e “agilità” che occorre avere nell’affrontare un cross come questo prevale in me la 2^ componente. Certo però che non è facile reggere un ritmo così intenso. Nel cominciare il 2° giro, proprio nel 3° km, si ripresenta la salita costante di 500 mt che adesso appare meno facile rispetto alla partenza. In questo punto della gara serve più la potenza che l’agilità. Stringo i denti ma le gambe iniziano a risentire della forte spinta iniziale. 3° km in 3’54”. Occorre recuperare un po'. Dalle retrovie mi superano 3 atleti e tra questi c’è proprio il mio “rivale” di categoria (SM55), Genesio. Gli altri 2 atleti sono miei compagni di squadra (Efisio, SM 40 e Felix, SM35). Mentre Efisio ha un passo decisamente più fluido e veloce, lasciandoci tutti quanti indietro, Felix e Genesio hanno un passo non tanto diverso dal mio, per cui cerco di tenere la loro scia. Genesio è sicuramente più “strutturato” di me, fisicamente, e lo dicono i suoi 5 o 6 kg di maggior peso. Certamente io sono più “agile” e, nelle tantissime curve o brevissime salite che si intervallano alle discese, mi faccio rispettare. 4° km in 3’46”. Bene, la sfida è sempre aperta.
Inizia l’ultimo giro e passiamo proprio di fronte a due ali di folla che segue attentissima tutta la gara. Inutile dire quanto sia intenso l’incitamento per entrambi. Per la terza ed ultima volta ecco la salita da 500 mt. In questa fase ha buon gioco Genesio che può certamente giocare la sua carta migliore, la potenza. Per me invece resta la determinazione e la grinta e un po' di spregiudicatezza. Finalmente termina la salita e la distanza con Genesio, Felix e Roberto rimane sostanzialmente immutata mentre Marcello ha guadagnato qualche decina di metri.
Manca poco meno di 1,5 km all’arrivo. Una cosa molto importante in quest’ultima fase di gara, così  come lo è stato sin dall’inizio della gara, è quella di stringere al massimo nelle curve e passare radenti ai tanti paletti di legno che le delimitano. In certi casi sento che il mio corpo li sfiora perfettamente mentre vedo che i miei compagni di corsa, davanti a me, non sono così precisi. In ognuno dei 3 giri ci saranno oltre una ventina di curve per cui vi lascio immaginare cosa si può racimolare. Davanti a me il più vicino è Genesio. Ho la sensazione che abbia leggermente rallentato in quanto riesco ad avvicinarmi tantissimo a lui ma può darsi che invece stia riuscendo io a districarmi molto meglio nelle tantissime curve e sali scendi continui. Il fatto sta che ormai manca poco meno di 1 km all’arrivo.
Ad un certo punto succede un fatto che sarà determinante ai fini del risultato finale. Proprio in una leggera salita mi trovo a circa 3 mt da Genesio e mi accorgo che lui rallenta, per una breve frazione di secondi, la sua andatura. Ormai appare chiaro che lui è a corto di fiato e non è certamente il Genesio che ho conosciuto in altre occasioni. Tra l’altro il ritmo del 5° km non è molto intenso in quanto risulterà a 3’55”. Mancano poco più di 700 mt e per me cambia completamente la gara. Supero agevolmente Genesio e mi accorgo, con un’occhiata veloce,  che ormai ha bisogno di rifiatare. Dentro di me invece scatta un meccanismo mentale per cui, a questo punto, oltre che una possibile vittoria di categoria ci può essere anche qualche altra piccola soddisfazione in più. Ormai ho decisamente cambiato marcia. A una decina di metri da me vedo i due atleti che mi precedono. Sono Felix e Roberto. Nel giro di neanche un centinaio di metri mi affianco a loro e li supero con agilità. Nella lunga discesa che mi porta al traguardo ormai mi sento di spingere sino al termine. Risulterà la parte più veloce di tutta la gara, dove per oltre 700 mt ho corso ad un ritmo vicino a 3’30”. Chiudo i 5750 mt della gara in 21’41” posizionandomi al 14° posto assoluto tra i 154 atleti arrivati (atleti da SM35 a SM55). Primo di categoria SM55 con una media a km di poco superiore a 3’45”. Anche questa è andata…    

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