venerdì 29 dicembre 2006

Cagliari, 29-12-15. Questionario di Matteo Simone.

Questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance
(Il punto di vista dei comuni sportivi e dei campioni, quali sono gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance)

1.      Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? Mi sento campione nello sport tutte le volte che faccio dei bellissimi allenamenti o gare, ciò mi accade almeno nell’80 % delle mie uscite che sono in media 5 alla settimana.
2.      Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? Lo sport è fondamentale per il mio benessere. Occorre una buona disciplina personale e, naturalmente, un bravo allenatore che ti dia tutte le informazioni per imparare a correre bene. Un’altra strategia molto importante è stata sempre quella di correre con compagni di allenamento più forti di me.
3.      Come hai scelto il tuo sport? A 38 anni lasciai il calcio per giocare un breve periodo a tennis e poi passare all’atletica.
4.      Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano? Le difficoltà sono molto intense nel primo periodo però quando ormai si corre già a buoni ritmi e si ottengono dei buoni risultati nelle gare diventa tutto più facile. La corsa in un buon gruppo poi facilita tantissimo.
5.      Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Prima delle gare io seguo una nutrizione molto liquida e ricca di micronutrienti, proteine e pochi carboidrati. Naturalmente mi appoggio a un’azienda che mi permette di avere dei prodotti che vanno a nutrire direttamente le mie cellule (nessun picco glicemico) senza crearmi problemi se devo correre anche 20’ dopo l’alimentazione. Durante le gare non assumo niente (al limite qualche sorso di acqua) mentre nel dopo gara uso dei prodotti specifici (forniti sempre da un’azienda specializzata) dove vado, entro 30’, a ripristinare le quantità di proteine e carboidrati necessari al proprio corpo.
6.      Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? E’ successo molto raramente. Quando è successo è perché ci sono state delle condizioni fisiche che già al momento della partenza in gara mi lasciavano presupporre che si potessero verificare. Ciò è accaduto 2 o 3 volte su 300 gare ufficiali quando ho provato a gareggiare non al 100 %. Condizioni ambientali negative non hanno mai influito in modo determinante sulle mie gare.
7.      Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? Ciò che mi piace di più è sentire che il mio corpo a 57 anni è ancora integro e mi permette di ottenere dei bellissimi risultati nelle gare.
8.      Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? Sicuramente all’inizio è stato fondamentale un bravo allenatore ma poi è dipeso soprattutto da me e dalla mia testardaggine ad allenarmi con atleti sempre più forti di me.
9.      Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? Veramente tante, è successo in tante gare. L’ultima in ordine di tempo è stata certamente la Mezza Maratona di Chia (Cagliari, 03-05-15) dove, con una temperatura sui 32 gradi ed un percorso a tratti molto impegnativo, sono riuscito a fare un tempo ragionevole (1:27’07”, almeno 5’ sopra il mio standard) arrivando 13° assoluto tra quasi 1200 partenti (hanno tagliato il traguardo solo 850 atleti).
10.  Qual è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? Ormai dopo 18 anni di agonismo a buoni livelli (250 volte sul podio su 300 gare ufficiali) ho raggiunto una esperienza tale per cui le gare sono in grado di affrontarle con una ottima sicurezza e convinzione.  
11.  Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? Sicuramente la costanza, la generosità negli allenamenti e la caparbietà nelle gare.
12.  Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport al tuo benessere o alla tua performance? Certamente una tranquilla situazione familiare, appartenenza ad un gruppo di atleti di ottima levatura, capacità di vedere la vita prevalentemente in senso positivo, stile di vita molto attivo, nutrizione perfetta.
13.  Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva tesa al benessere o alla performance? Sia i miei familiari che gli amici di allenamento mi danno un grandissimo appoggio morale favorendo l’affronto quotidiano degli allenamenti.
14.  Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? Poco più di un anno fa mi trovavo in una delle più importanti società della Sardegna. Di punto in bianco il presidente della società mandò via il direttore tecnico e, siccome questo direttore era una persona molto stimato da noi, decidemmo di andare via anche tutti noi. Due erano le scelte: o trasferirci in un’altra società o crearne una noi. Decidemmo di creare la “Cagliari Atletica Leggera”. Morale, oggi siamo la società di atletica più numerosa della Sardegna con le atlete donne tra le più forti non solo in campo regionale ma anche nazionale (Manuela Manca e Roberta Ferru). Tra l’altro io sono il presidente della società ed il direttore tecnico è la persona che fu mandato via da quella società.
15.  Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? Costanza ed equilibrio.
16.  Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva costante ed impegnativa? Maggiore positività e determinazione e, per il lavoro, grande spirito di gruppo.
17.  Quali sono o sono state le tue sensazioni pregara, in gara, post gara. Prima delle gare ho bisogno di massima concentrazione per la preparazione. In gara le sensazioni possono cambiare tantissimo in funzione di come si sviluppa la mia gara. Dopo gara divento la persona più socievole tra tutti, e raro che non faccia i complimenti se vedo che altre persone riescono a fare delle bellissime prestazioni.
18.  Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? No mai.
19.  A seguito delle tue esperienze che consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si trovano a dover fare scelte importanti nello sport? E’ importante farsi guidare all’inizio da un bravo allenatore e, cosa importantissima, ci vuole un gruppo molto affiatato e positivo.
20.  C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? Assolutamente mai.
21.  Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping e per fare uno sport teso al benessere o alla performance? L’uso del doping non ti porta molto lontano. Può darsi che possa far migliorare le perfomance ma a che pro? Meglio pensare ad allenarsi bene e costantemente e pensare al benessere fisico  
22.  Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? No assolutamente.
23.  Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Con il riposo totale, anche a rischio di ripartire da zero.
24.  Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva? Nel nostro caso non saprei. La nostra società è composta soprattutto da Master che praticano lo sport nei ritagli di tempo dopo il lavoro. Sarebbe da testare.
25.  Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze? Prova a venire a divertirti con noi. Magari stando all’interno del nostro gruppo troverai tanti motivi per continuare. La fatica e la sofferenza quando si corre ridendo e scherzando passa in secondo piano.
26.  Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? I sogni che ho realizzato sono stati quelli di aver vinto la maggior parte delle gare che ho fatto, vincere crea tantissima autostima. Da realizzare non saprei di preciso, magari conquistare un titolo nazionale sui 5000 o 10000 mt. Sicuramente anche continuare ad essere molto competitivo restando in salute è un bellissimo sogno.


domenica 12 novembre 2006

Nella ricetta del medico anche l'esercizio fisico. Scritto da Brigida Stagno.

Allenamento al Poetto tra amici.   Foto Nando Usai.
Che l'esercizio fisico faccia bene alla salute è ormai cosa nota: diabete, ipertensione, obesità, sindrome metabolica, così come depressione e ansia si curano anche con il movimento, definito un vero e proprio farmaco, non solo da consigliare, ma da prescrivere sempre nella ricetta medica, insieme a compresse, iniezioni e gocce. Nel diabete l'attività fisica aiuta davvero, purchè fatta nel modo giusto, con modalità e tempi ben precisi. In altre parole, nella prescrizione del medico devono essere indicati la durata, la frequenza, l'intensità e il tipo di esercizio.

lunedì 6 novembre 2006

Il freddo stimola il metabolismo e invita a fare sport. Scritto da Michela Speciani.

A. Vargiu al Colle S. Michele.
Anche quest'anno il freddo comincia ad arrivare, con gli interessantissimi vantaggi che si porta dietro.
Il freddo, infatti, stimola il metabolismo.
Il periodo autunno-invernale è uno dei migliori per accendere la potenza e la forza delle proprie gambe (o di qualsiasi parte si voglia stimolare), quando si lascia spazio all'attività fisica.
Il fresco rende più facili i movimenti atti a scaldare e stimola in tutti un andamento un po' più frizzante.

domenica 3 settembre 2006

Ricettari e altro:

Nella cucina di VegaHome;

Umberto Veronesi. La carne è cancerogena.....ed è anche causa di quasi tutte le malattie degenerative, eliminatela o limitatene il consumo.

Molti mi chiedono il motivo per cui le popolazioni non sono informate su questo, perchè i medici non ne parlino e perchè l'opinione comune è di tutt'altra realtà. La base è che viene fatta un informazione errata, dalle università alle riviste medico scientifiche.I professori nelle università insegnano cose errate sull'argomento alimentazione, gli studenti a loro volta insegneranno non in maniera corretta i loro futuri alunni o pazienti e così via.Le riviste medico scientifiche piu accreditate sono sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche e pubblicano solo ciò che è consentito loro di pubblicare o ciò che è imposto loro dalle suddette multinazionali.Molti medici e ricercatori, sulla base anche di numerose ricerche, per la maggior parte "insabbiate", sono coscienti degli effetti dannosi del consumo di carne, ma hanno le mani legate. Io,che sono uno scienziato di fama internazionale, posso prendermi il lusso di fare queste affermazioni, se lo facessero loro, probabilmente non lavorerebbero piu. L'industria alimentare e le multinazionali farmaceutiche viaggiano di pari passo, l'una ha bisogno dell'altra e queste due entità insieme, generano introiti circa venti volte superiori a tutte le industrie petrolifere del globo messe insieme...potete quindi ben capire che gli interessi economici sono alla base di questa disinformazione.Se tenete conto che ogni malato di cancro negli stati uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi tentare di curarvi"

FONTE: tratto dal libro "Verso la scelta vegetariana - il tumore si previene anche a tavola" di Umberto Veronesi

Vegetariani e vegani.

Post riguardanti gli effetti nocivi di alcuni alimenti:
Umberto Veronesi: La carne è cancerogena...;
ECplanet: La causa primaria del cancro...;

Alimentarsi in modo alternativo:
Ricettari e altro;

Libri sulla nutrizione vegetariana e vegana:
The Chine Study. Lo studio più completo sull'alimentazione... (Colin e Thomas Campbell);
La terapia Gerson (Charlotte Gerson e Morton Walker);
Libri consigliati da leggere;

venerdì 26 maggio 2006

Grasso viscerale (2^ parte).

Ridurre l'assunzione di zuccheri aggiunti, come lo zucchero da tavola (saccarosio) o sciroppo di fruttosio (HFCS), è di fondamentale importanza. Questi zuccheri contengono fruttosio, il carboidrato che ha mostrato di favorire l'aumento di peso perché può indurre resistenza alla leptina, l'ormone che controlla l'appetito.

Quando il fruttosio viene somministrato agli animali, essi perdono la capacità di controllare il loro appetito, mangiano di più e ingrassano. Limitando l'assunzione di fruttosio si può ottenere un recupero della sensibilità alla leptina.

Questa può essere una delle ragioni del perchè le diete a basso contenuto in carboidrati favoriscono la perdita di peso visto che, essenzialmente, sono diete a basso contenuto di fruttosio.

La maggiore preoccupazione non deve dunque essere il peso, ma gli effetti del fruttosio sulla composizione corporea, fegato grasso (steatosi epatica) e insulino-resistenza.

Il consumo di fruttosio può indurre rapidamente alla sindrome metabolica e al fegato grasso. Ciò non avviene negli animali alimentati con le medesime calorie ma sotto forma di glucosio o di amido.

Gli studi ci dicono che la riduzione di calorie può ridurre il peso, ma ciò che conta veramente è il contenuto di fruttosio.

I ricercatori hanno scoperto che i ratti di laboratorio sottoposti ad una dieta con il 40 per cento di zucchero ha determinato il diabete e il fegato grasso, anche con un apporto calorico limitato.

Dobbiamo quindi ripensare la questione: le calorie sono importanti quando si tratta di peso, ma il tipo di calorie può fare una grande differenza sul come viene influenzato il rischio di accumulo di grasso viscerale e il rischio di diabete.

In sintesi, si consiglia di ridurre l'assunzione di zuccheri aggiunti, sia da saccarosio che da sciroppo di fruttosio, in qualsiasi programma dietetico.

Non è invece necessario ridurre l'assunzione di frutta naturale perché i frutti pur contenendo fruttosio, contengono anche molte sostanze nutritive eccellenti che aiutano a combattere gli effetti negativi del fruttosio.

La comprensione di come il fruttosio influenza il metabolismo dei grassi - attivando l'interruttore del grasso - è la chiave per raggiungere il peso ottimale e la salute.

Secondo quanto afferma il dottor Johnson, sulla base delle esperienze di decenni di ricerca:

"Coloro che sono obesi mangiano di più a causa di un guasto al loro 'interruttore del grasso' e fanno meno attività fisica a causa del loro stato di bassa energia. La conoscenza dello specifico 'interruttore del grasso', che si trova nei mitocondri delle cellule, è la chiave per combattere l'obesità".

Un trattamento efficace dell'obesità deve dunque spegnere l'interruttore del grasso e migliorare la funzione dei mitocondri delle cellule.
Come i meccanismi di sopravvivenza biologica influenzano il nostro peso

Il dottor Johnson esperto nefrologo, spiega come i meccanismi biologici di sopravvivenza influenzano il peso corporeo in modi insospettabili.

Nella prima parte del suo libro, pubblicato presso l'Università del Colorado Hospital Magazine, The Insider, Todd Neff scrive: "L'acido urico è conosciuto per causare la gotta, un tipo di artrite dovuta all'accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni ma, nella pubblicazione di ricerca in corso, Miguel Lanaspa e Johnson hanno anche indicato l'acido urico come la maggior causa dell'obesità.
Johnson e colleghi hanno scoperto che l'acido urico stressa i mitocondri, e li porta ad aumentare la sintesi di grassi e, contemporaneamente, a bruciare meno energia.

Troppa assunzione di cibo e poco esercizio fisico, si sa, fanno aumentare l'accumulo di grasso. Tuttavia - prosegue il dott. Jonhson - il nostro lavoro suggerisce una interpretazione diversa.

L'obesità non viene dalla gola e dalla pigrizia, ma dal fatto che abbiamo attivato lo stesso programma che tutti gli animali utilizzano per aumentare le riserve di grasso.

Il fruttosio, indipendentemente dalla sua origine (nella dieta moderna, la maggior parte di esso proviene da prodotti alimentari trasformati e dalle bevande), viene azionato mediante l'enzima fruttochinasi delle nostre cellule.

Questo enzima è necessario al corpo per estrarre energia dal fruttosio, ma prima di arrivare a questa energia, la fruttochinasi consuma l'ATP - il combustibile per le cellule - e attiva il grasso ad accumulare l'acido urico per via metabolica.

Così, mentre la dieta e l'esercizio fisico sono fattori notevolmente importanti, il consumo di fruttosio sembra avere un impatto che conduce a mantenere in modo prevalente la formazione delle riserve di grasso, nonostante gli sforzi per mangiare meno e praticare attività fisica. 
Infiammazione sistemica e grasso viscerale

Spiega Enrico Garaci, annunciando l’ultima pubblicazione del Dipartimento Sanità Alimentare e Animale dell’Istituto Superiore di Sanità “Il filone dei nostri studi su nutrizione e longevità” che conduciamo insieme ai colleghi americani, ha dimostrato per la prima volta che c'è una relazione causa effetto tra grasso viscerale ed infiammazione sistemica.

Nello specifico, è l’interleuchina 6 prodotta ad elevate concentrazioni, in presenza di grasso viscerale, ad aumentare il rischio di sviluppare diabete mellito di tipo 2 ed infarto del miocardio. 

Questo avviene perché nelle persone con obesità viscerale in cui predomina il grasso che si forma all’interno della pancia, le cellule adipose, che immagazzinano le calorie in eccesso sotto forma di grasso, stimolano una condizione di infiammazione sistemica attraverso la secrezione ad alte concentrazioni di questa importante molecola infiammatoria, l’interleuchina 6 (IL-6).

E' stato dimostrato così per la prima volta che il grasso viscerale è un importante fonte d’infiammazione sistemica”.

Sette azioni utili per sconfiggere il grasso viscerale 
  • Ridurre l'assunzione di fruttosio: una delle più perniciose influenze dietetiche sugli obiettivi di perdita di peso è il fruttosio che si nasconde negli alimenti trasformati e nelle bevande, può essere quasi impossibile da evitare a meno che non si cambi il modo di fare gli acquisti e di cucinare. Evitando alimenti trasformati in generale e concentrandosi invece su cibi biologici integrali, preferibilmente di produzione locale, cucinati in casa, è possibile aggirare uno dei più grandi ostacoli alimentari presenti oggi. Circa l'80 per cento della capacità di ridurre il grasso corporeo in eccesso è determinato da ciò che si mangia, l'altro 20 per cento è relativo all'esercizio fisico e a alle altre abitudini di vita salutari. Ciò significa che se la dieta è a base di zucchero / fruttosio e cibi spazzatura trasformati, le probabilità di ottenere un ventre piatto, nonostante gli sforzi, sono piuttosto scarse … Per approfondimenti:  http://www.nutrizionenaturale.org/alimentazione-zucchero-killer-silenzioso/
  • Aumentare i grassi salutari nella dieta, come ad esempio i grassi saturi sani e i cibi ricchi di grassi omega-3. Vedere anche:  http://www.nutrizionenaturale.org/i-grassi-e-la-salute/
  • Ridurre i cibi che contribuiscono all'aumento di peso corporeo, gli alimenti trasformati e le bevande sono i principali fattori che contribuiscono ad un diffuso aumento dell'obesità. I peggiori in questa categoria sono: 
a) dessert a base di grano (torte, biscotti, ciambelle, patatine e barrette di cereali), bevande gassate (anche dietetiche), bevande energetiche, e bevande sportive
b) Succhi di frutta industriali
c) Cereali per la colazione fast food, cibi pre-confezionati, yogurt alla frutta (contengono elevate quantità di zuccheri).
d) pane bianco, riso bianco, patate, farina bianca, zucchero bianco, pasta bianca, sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, altri sciroppi e altri tipi di zuccheri o edulcoranti artificiali nascosti in tantissimi e a volte insospettati preparati industriali. Sono da sostituire con con carboidrati “buoni”, come i fagioli, verdure, frutta e cereali integrali. Altre informazioni sono disponibili su:
  • Praticare una moderata attività fisica, anche se non si consumano tante calorie, si migliora il metabolismo, lo stato generale di benessere e si ottengono innumerevoli benefici. Vedere anche: http://www.nutrizionenaturale.org/stili-di-vita-l-esercizio-fisico/ 
  • Un buon sonno di sufficiente durata non solo aiuta a normalizzare i livelli di cortisolo, ma è anche importante per ottimizzare l'orologio circadiano, che può avere un profondo impatto sul metabolismo e sul peso. A titolo di esempio, un paio di anni fa, i ricercatori della University of Chicago hanno scoperto che i soggetti sottoposti a dieta dieta che hanno dormito per 8ore e 30 minuti, hanno perso il 55 per cento di grasso corporeo in più dei soggetti che nel corso di due settimane di dieta hanno dormito solo 5 ore e 30 minuti per notte. Per eventuali approfondimenti vedere: http://www.nutrizionenaturale.org/il-sonno-è-terapeutico/
  • Ridurre lo stress, fra gli innumerevoli effetti negativi, vi è anche la tendenza, dovuta allo stress, a mangiare compulsivamente e ad accumulare grasso addominale. Per approfondimenti sullo stress e per suggerimenti sul come evitarlo e combatterlo vedere: http://www.nutrizionenaturale.org/lo-stress/
  • Evitare di saltare i pasti, molte persone sono convinte che saltare i pasti sia il modo migliore per ridurre le calorie e perdere peso, ma ciò non è assolutamente vero. Nel momento in cui si saltano i pasti, il metabolismo inizia a rallentare e il nostro corpo comincia ad immagazzinare grasso e, la maggior parte di questo adipe, viene immagazzinato proprio a livello addominale.

Ma c'è una buona notizia!quando perdiamo peso, il primo grasso ad essere utilizzato è il grasso viscerale, quindi quello dannoso.
Il grasso bianco ed il grasso bruno

Le cellule adipose bianche rilasciano sostanze, proprio come accade negli organi endocrini, le adipochine che controllano l'appetito e il bilancio energetico, il sistema immunitario, l'angiogenesi, la sensibilità all'insulina ed il metabolismo dei grassi.

Una delle adipochine piu’ conosciute, l'adiponectina, è una citochina favorevole: migliorare la sensibilità all’insulina ed ha proprietà antinfiammatorie; in genere i suoi livelli sono più bassi nell’obeso rispetto al normopeso.

Purtroppo un eccesso di grasso viscerale rilascia anche sostanze meno favorevoli come l’interleuchina 6, il tnf alfa, che esercitano attività pro-infiammatoria.

Peraltro se le cellule di grasso aumentano troppo il loro volume (in genere per un eccesso calorie o di grassi o di carboidrati) vanno incontro a morte, evocando nel corpo un ulteriore stimolo infiammatorio dovuto all’arrivo dei macrofagi (tipiche cellule dell’infiammazione) che cercano di contenere il processo di degenerazione delle cellule di grasso amplificando ulteriormente i danni esercitati dal grasso stesso.

Ecco perchè il grasso non va più interpretato come un “limite estetico” ma una vera e propria fonte di stress organico.

Il numero di macrofagi presenti nel grasso viscerale è proporzionale al volume degli adipociti. Si ha una vera e propria reazione da corpo estraneo (la medesima cosa che accade quando si forma un granuloma ad un dente) con conseguente infiammazione cronica che, se protratta nel tempo, determina l’insorgenza di numerose malattie del metabolismo.

Ma come fa, per esempio, il grasso viscerale a predisporci al diabete?

Dagli adipociti viscerali vengono rilasciati molti grassi che si dirigono subito al fegato che aumenta la produzione di precursori di LDL, il colesterolo “cattivo”, che predispone ai processi arteriosclerotici.

Inoltre i grassi diminuiscono la capacità del fegato di metabolizzazione dell’insulina con conseguente aumento dei valori di quest'ultima nel sangue.

Tutto questo perpetuato nel tempo innalza la glicemia, l’insulinemia e l’ulteriore deposito di grasso viscerale ed epatico (steatosi epatica).

Quindi la tanto nota insulino-resistenza è dovuta ai costanti valori di iperglicemia e di iperinsulinemia che nel tempo determinano una risposta biologica minore dei tessuti all’azione dell’insulina: è “il cane che si morde la coda” sino a che non si riduce con la dieta e il movimento il grasso viscerale, le condizioni metaboliche-infiammatorie non si modificano anzi si amplificano.

Esiste anche un grasso “protettivo”, il grasso bruno, molto importante per la regolazione del peso corporeo perché favorisce la trasformazione dei nutrienti in energia necessaria al nostro fisico.

Normalmente i bambini possiedono una buona scorta di tessuto adiposo bruno alla nascita, che funge da difesa dal freddo, ma questo progressivamente diminuisce per far posto al grasso bianco tipico dell'adulto. 

Nell'adulto si trovano solo piccole quantità di grasso bruno che si attiva sopratutto in seguito ad un abbassamento della temperatura corporea trasformando i trigliceridi in energia.

Il tessuto adiposo bruno comunque si attiva non solo in risposta ad un abbassamento della temperatura, ma anche in caso di eccessivo apporto calorico con la dieta.

In teoria questo fenomeno, basato sulla dispersione del surplus calorico sotto forma di calore, dovrebbe garantire l'omeostasi del peso corporeo, indipendentemente dagli eccessi alimentari.Ma entro certi limiti!

Non a caso, appena mangiato la temperatura aumenta di circa 0,5/1 grado, proprio per questa forma di termogenesi postprandiale mediata dal tessuto adiposo bruno, che tende a mantenere stabile il bilancio energetico dell'organismo nonostante il surplus calorico del pasto.

Conclusioni

Appare evidente come il grasso viscerale abbia un impatto negativo sul nostro organismo e nel tempo possa causare numerose patologie.

Per tenerlo sotto controllo dobbiamo verificare, con i sistemi ampiamente descritti in precedenza, e mettere in atto ogni iniziativa per sconfiggerlo indipendente da un fatto puramente estetico.

Adesso sappiamo che l'indice di massa corporea (BMI) non fornendoci le indicazioni della distribuzione del grasso nel nostro corpo non è sufficiente, e che abbiamo a disposizione metodi di misura molto più significativi e facilmente adottabili.

Scegliendo una alimentazione equilibrata e uno stile di vita salutare possiamo ridurre senza tanta fatica e rinunce il rischio di contrarre molte delle malattie più temute.

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giovedì 18 maggio 2006

Contatti.

Antonello Vargiu.
Puoi contattarmi al cellulare: 3409789078, o inviandomi una mail: vargiuantonello@gmail.com oppure (per chi ha fb.) inviandomi un messaggio su fb. Grazie.
Se ti interessa leggere la mia esperienza con Herbalife clicca qui.

domenica 14 maggio 2006

I video di "GreenMe".

Intolleranze alimentari e allergie: quale è la differenza (GreenMe, 1'39");
Dieta alcalinizzante, perchè seguirla (GreenMe, 3'11");
Frutta: quando è importante mangiarla (GreenMe, 1'50");

I video del Dott. Stefano Vendrame.

Cibi acidificanti e alcalinizzanti (Stefano Vendrame, 6'24");
Dieta Vegetariana... o no? (Stefano Vendrame, 3'45");
Carb Loading (Stefano Vendrame, 6'40");
Il Latte Oscuro Del Latte (Stefano Vendrame, 6'49");
Far ripartire il metabolismo lento (Stefano Vendrame, 8'26");
Cereali, glutine e la scienza al rovescio (Stefano Vendrame, 11'04");

I video del Dott. Filippo Ongaro.

Nutrizione e malattie croniche (8'32");
Cure naturali e internet (10'29");
Cos'è la nutrigenomica? (7'27");
La dieta non funziona? Questione di metabolismo bloccato (2'28");
Alimentazione e senso di stanchezza? C'è una relazione? (2'14");
Pigrizia e sovrappeso: come cambiare stile di vita (2'06");
L'importanza delle proteine: come scegliere le proteine "di qualità" (2'26");
Consigli per uno stile di vita sano (2'17");
Integratori alimentari (3'03");