domenica 2 giugno 2013

Villacidro, 02-06-13. Foto della gara? No problem, ci saranno anche stavolta.

Antonello Vargiu e Armando Xaxa a Villacidro.
Mancano solo 30’ alla partenza della gara “Il Lago di Corsa” e finalmente io ed Armando Xaxa (atleta ipovedente che accompagnerò in questa gara) ci apprestiamo a fare un po’ di riscaldamento. Accidenti stavolta mi sa che le foto non trovo proprio nessuno che ce le faccia. Comunque prima di chiudere la mia auto allungo la mano e prendo la macchina fotografica. Armando non vede l’ora di iniziare il riscaldamento e sicuramente il problema delle foto adesso ormai è quasi impossibile da risolvere. Mi giro verso Armando e lo invito a muoversi un po'. Saltella Armando, gli faccio io, saltella anche sul posto. Lo vedo molto impaziente e mi rendo conto che la gara la sente tantissimo. L’importante è che tu ti muova un po’, aggiungo io, così inizi a tirare un po’ su i battiti. Poi, quasi per prepararlo psicologicamente gli esclamo: adesso andiamo dove sono tutti gli altri e vedo se trovo qualcuno che faccia le foto. 

Accidenti, penso tra me e me, troppo poco tempo per risolvere adesso questo problema. Ci spostiamo a piccoli passi dal parcheggio e iniziamo a correre  lentamente verso la zona gara. Guardo con attenzione a destra e sinistra per vedere di trovare un anima buona che abbia cura della mia macchina fotografica e che magari sia in grado anche di farci qualche foto ma non vedo nessuno a cui riferirmi. Tra l’altro anche se non trovassi nessuno che faccia le foto dovrò pure lasciare la macchina in mano a qualcuno!!. Rivolgo lo sguardo nel punto dove andrebbe benissimo posizionarsi per scattare le foto e mi viene da pensare: ecco, la posizione ideale per scattare le foto al momento della partenza è questa qui. L’anno scorso ero infortunato per cui avevo fatto io le foto. Certamente preferisco la situazione di quest’anno. Il fatto di essere a posto fisicamente rispetto ad un anno fa non ha paragoni. Certo però che se oltre la gara avessi anche delle foto non sarebbe male. Mi volto a destra e guardo tra le persone che si trovano in quella posizione strategica. Praticamente l’inquadratura da li è ottima in quanto avviene dall’alto ed è frontale. Da questa posizione si possono fotografare tutti gli atleti, subito dopo la partenza, mentre arrivano dritti verso qui per poi fare la deviazione di 90 gradi e lasciare lo sbarramento del lago. Il mio sguardo si pone per un attimo su due persone che si trovano proprio in quella posizione. Uhmm, penso dentro di me, la vedo molto dura. Che faccio? Provo a chiedere a loro? Mi volto verso Armando e gli mormoro: senti Armando stai due minuti fermo qui che vedo se riesco a convincere uno dei due signori lassù a fare le foto. Mi avvicino veloce ai due signori. Prendo di mira quello più vicino a me e cerco di farmi un po’ di coraggio. All’apparenza è più grande di me, mi sembra una persona molto “pacata”, chissà cosa mi risponderà. Buongiorno, faccio io con fare sorridente. Le posso chiedere se può farci qualche foto al momento della partenza. Il primo impatto non è ottimale. Mi guarda come per dire, ma chi sei? Dopo un po’ sento finalmente la sua voce che dice: ma io non la so usare. Cavolo, mi viene subito da pensare, il primo impatto non è dei migliori. Guardi, le faccio vedere io come funziona, gli replico con tono molto amichevole. E’ semplicissimo, faccio io portando alla sua attenzione la macchina. Nooo, replica subito lui, ma poi non sappiamo neanche se dobbiamo restare sino a quando finisce la gara, mi risponde con tono più da persona stupita che sta sviandosi da un eventuale “scocciatura”. Accidenti, penso tra me e me, son capitato molto male.  Ascolti, replico io guardando verso giù dove Armando dava segni di nervosismo. Vede quel ragazzo li, lui non ci vede e io lo sto accompagnando a fare la gara. I due “sconosciuti” fissano per un po’ Armando e manifestano quasi un senso di stupore. Mi metto al suo fianco, insisto io, e lo guido con l’uso di un cordoncino per tutta la gara. L’amico che stava al suo fianco mi guarda traumatizzato sperando che poi non passi a chiederlo a lui e mi rendo conto che mi conviene insistere ancora verso il mio primo “bersaglio”. Provo ancora a continuare ad insistere cercando di metterli a loro agio pensando effettivamente al fatto qualora dovessero andarsene prima del nostro arrivo e replico: ascolti, lei faccia le foto della partenza e, poi, se deve andare via, magari consegna la macchina ai giudici e gli dice che la macchina è di Antonello Vargiu. Ma lei neanche ci conosce, mi dice lui con tono quasi sorridente, poi continua, e se noi scappiamo con la macchina fotografica, come fa a trovarci? Come si chiama lei, faccio io  (si intravedono già dei segni positivi). Mi chiamo Efisio, mi dice quasi sorridente, ma non siamo del posto, continua lui. Ahhh, faccio io, e di dove siete? Siamo di Nuxis (paese distante almeno 70 km. da Villacidro). Ascolti signor Efisio, replico io giocandomi tutte le carte a disposizione, mi faccia questo piacere, vedrà che è semplicissimo. Guardi, faccio io portando alla sua attenzione la macchina, lei deve premere questo tasto che si trova qui davanti. Tutto il resto fa da sola. Cerchi di inquadrare un po’ le persone e, se tiene premuto il tasto la macchina scatta a ripetizione. Faccia una prova, faccio io avvicinandoli l’attrezzo. Lui prende la macchina in mano e io gli do due dritte immediate per impugnare decentemente la macchina. Il signor Efisio ormai ha la macchina tra le sue mani e la cosa è quasi fatta. Vede, faccio io, mantenga premuto il tasto e sentirà che la macchina fa uno scatto ogni secondo. Guardi qui, insisto gentilmente io indicandoli il quadratino per l'inquadratura, lei deve guardare qua dentro e poi premere il pulsante. Come d’incanto il signor Efisio fissa con lo sguardo nel punto preciso della macchina e, dietro il mio invito mantiene premuto il tasto. Vede, faccio io supercontento, è semplicissimo. E va bene, replica il signor Efisio, ma poi come faccio a fargliela avere? Ci vediamo qui o all’arrivo. La cerco io, replico senza batter ciglio. Ascolti un’ultima cosa, gli faccio io. Se dovesse venirle voglia e se non sono troppo invadente (…), le volevo chiedere un’altra cosa. Il signor Efisio mi guarda un po’ storto e prima che abbia il tempo di replicare gli faccio spudoratamente un’altra richiesta. Qualora non gli costi tanto le chiederei se può fare anche qualche altra foto. Mi guarda sempre più storto, ma ormai c’ero e mi tento il tutto per tutto e sbotto: se ne ha voglia, faccio io indicandoli il punto dove è situato l’arrivo della gara, si posiziona circa 100 mt. prima dell’arrivo degli atleti e scatta qualche foto anche da li. Veda lei, aggiungo io, guardandolo con il viso sorridente. Ormai vedo che il signor Efisio si è arreso.  Non replica neanche a ciò che gli dico. Mi guarda quasi sorridente come per dire. Vai. Vai dal tuo amico e fatevi la vostra gara. Io lo ringrazio con un sorriso come si suol dire, “a 4 ganasce” e, prima di allontanarmi gli mormoro: tutto quello che viene va bene, sicuramente è meglio di niente. Mi giro e corro verso Armando. Finalmente iniziamo a fare il riscaldamento.

Per vedere le foto della partenza e delle gare di contorno (fatte da Efisio Porru) clicca qui;
Per vedere le foto degli arrivi (fatte da Efisio Porru) e delle premiazioni (fatte da A. Vargiu) clicca qui.    

2 commenti:

  1. Sono in trepidante attesa... e se quel signore ha fatto foto decenti io butto via la mia bridge :-)

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  2. Storia divertente... immagino il signor Efisio che racconta ai suoi amici di questo matto che gli ha affidato la sua macchina fotografica... spero di esserci pure io nelle foto del sig. Efisio
    ;)

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