domenica 3 maggio 2015

Chia, 03-05-15. Cronaca di una gara perfetta. Scritto da Antonello Vargiu.

Il mio arrivo a Chia.   Foto Antonio Cuccu.
Sveglia abbastanza presto questa domenica mattina. E’ prevista una gara molto particolare per cui bisogna prepararsi per tempo e con molta meticolosità. Tra l’altro è da un po' di tempo che non faccio allenamenti lunghi, negli ultimi mesi al massimo sono arrivato a 15 o 17 km, compreso riscaldamento. Una gara da 21 km se vuoi farla in modo perfetto devi avere dalla tua parte almeno tre fattori molto importanti. Allenamenti, testa e nutrizione.
Forse il primo dei tre non è proprio il mio forte (almeno per quella distanza) ma sugli altri due fattori ne ho “da vendere”. Arrivo da un periodo di ottime perfomance nelle ultime gare, ma si tratta di gare lunghe sui 10 km, fatte ad aprile (Vivicittà e San Gavino Monreale), dove i risultati sono stati molto buoni. Mi ritrovo quindi a dover fare la gara di 21 km con molte incognite dovute alla “resistenza”.  E’ per questo che devo ottenere il 100 % dagli altri due fattori a me dipendenti, testa e nutrizione. Naturalmente ci sono anche altri fattori che possono influire sulla gara, per così dire indipendenti, ma questi si manifestano nei confronti di tutti. In questo caso i cosiddetti “fattori negativi” sono dati sicuramente delle intense salite che si trovano dopo il 12° km quando ci si indirizza da Chia a Tuerredda, salite da fare sia all’andata che al rientro. Ma il nemico numero uno della giornata è dato dal forte caldo che è previsto proprio a fine mattinata. Si parla di temperature da 26 a 28 gradi. Benissimo. Partiamo dai fattori a me più facili da raggiungere. In quanto alla “testa” non devo fare niente. 18 anni di allenamenti costanti, con all’attivo quasi 300 gare ufficiali (dove per 9 gare su 10 sono salito sul podio), mi hanno temprato a sufficienza. In quanto alla nutrizione, per fortuna, credo di aver trovato sul mercato (da oltre due anni) ciò che mi soddisfa appieno, si intende, in base ai miei bisogni. Colazione quindi perfetta e preparazione dei prodotti da prendere poco prima della partenza (almeno un ora prima) e dopo (fondamentali per il recupero). C’è da considerare anche un’altro fattore che non c’entra niente con la gara ma che bisogna “curare” molto attentamente. Poco dopo la gara dovrò rientrare velocemente a casa per pranzare e andare a lavoro sino alle 21,30 della sera. Certo non è il massimo, ma nella vita ci sono sia i piaceri che i doveri. Preoccupato? Assolutamente no. Ho a disposizione una serie di prodotti nutrizionali che possono permettermi un valido ripristino delle condizioni fisiche, sia per la gara che per il lavoro. Ma veniamo al dunque. Arrivo a Chia Laguna poco dopo le 07,45 e trovo un buon parcheggio a circa 100 mt da tutta la “location”. Ottimo, già questo è un buon segnale. Ritiro il pettorale e, come da manuale, lo attacco subito con gli spilli nella mia canotta. Sembra una operazione banale però il numero va messo con meticolosità lasciando ben visibile la scritta “CAGLIARI”. La concentrazione è già altissima e tutti i particolari vanno curati perfettamente. Non so come andrà la gara ma tutto deve essere svolto con la massima scrupolosità. Idratazione, riscaldamento, esigenze “fisiologiche”, foto con i compagni di società, saluti vari, ma soprattutto molta attenzione agli stimoli del proprio corpo. Mancano 30’ alla partenza ma lo speaker ci informa che la partenza non sarà più alle 09,30 ma bensì alle 09,45. No problem. Il sole è già molto forte, ma illumina tutti, non solo me. Entro in “griglia” di partenza per posizionarmi tra i “top runners”. Adrenalina altissima. Davanti a me una trentina di atleti tra cui almeno una decina di alto livello nazionale. Dietro di me ci sono circa 3200 atleti. Lì davanti siamo mischiati tutti assieme, sia gli atleti per la gara di 10 km che quelli per la 21. Cambia solo il colore del numero. Naturalmente nei posti davanti possono entrare solo gli atleti con dei tempi di gara di un certo rilievo. Atleti come Ruggero Pertile, Francesco Puppi, Valeria Straneo, Filippo Lo Piccolo, Gloria Giudici, Mattia Scalas, Daniele Meucci, Anna Incerti, Claudia Pinna, non capita spesso di averli al tuo fianco, anche se solo in partenza. Io ero li, e già questo è un motivo di orgoglio. Davanti a me, tra le atlete “big”, anche Manuele Manca e Roberta Ferru, della nostra “Cagliari Atletica Leggera”e poco distanti anche altri due atleti fortissimi della nostra società: Gianni Riggio e Ermanno Tamburrano. Che bella soddisfazione. Partire al fianco di atleti di livello molto alto non è così semplice, naturalmente si parte a mille. Quasi al mio fianco anche Giovanni Congiu, atleta della mia stessa categoria e società, che nella precedente edizione di Chia del 2014 conquistò il titolo italiano di Mezza Maratona. Già a priori posso immaginare che sarà proprio Giovanni il mio più accreditato “rivale”, naturalmente agonisticamente parlando. Ok, ci prepariamo alla partenza. Inno nazionale per poi assistere al conto alla rovescia sino allo sparo del via. La parte iniziale del percorso è in perfetta pianura. Un bel rettilineo di circa 1,5 km dove il ritmo non è incessante (intorno a 3’50”) e si riesce a correre in spazi molto ampi. Le posizioni in questa prima fase non sono così importanti ma naturalmente si cerca di stare su un “treno” adeguato.  Ci si indirizza verso Domusdemaria e si lambisce la parte periferica del paesino. Alcune leggere salite dopo circa 3 km “sgranano” leggermente il gruppo e ci si avvia verso il giro di boa posizionato al km 5,3 dove è presente anche un rilevamento cronometrico. Tra i tanti atleti, con il mio stesso ritmo iniziale di corsa, mi accorgo che molti rimangono leggermente attardati. Il mio amico Giovanni invece riesce a tenere ottimamente il ritmo e anzi poco prima del giro di boa mi supera in modo energico e riesce ad acquistare qualche decina di metri di vantaggio. Dopo il giro riesco a vedere gli effettivi distacchi con tutti gli altri atleti in quanto si ripercorre la stessa strada al fianco di tutti gli atleti per almeno un km. Passare per circa un km al fianco di migliaia di atleti ti da una carica impressionante. Tantissimi incoraggiamenti e tante facce di amici che in così breve tempo ho difficoltà anche a decifrare perfettamente. La leggerissima discesa, subito dopo il giro di boa, mi permette di economizzare un po' in termini di sforzi però ciò fa aumentare ancora di più il distacco tra Giovanni e me. Al mio fianco sopraggiungono alcuni atleti e ciò è proprio sintomatico che mi sto adagiando un po' troppo. Guardo il crono e vedo che sto correndo intorno a 3’55” a km. Devo stare attento. La gara è ancora lunghissima e la temperatura sotto il sole è decisamente sopra i 30 gradi. Per mia sfortuna non sono riuscito a prendere una bottiglietta di acqua al ristoro ma le condizioni fisiche sono ancora ben intatte. So già che al 10° km ci sarà il mio amico Angelo che mi porgerà una bottiglietta con il mio integratore preferito. Tra le persone che mi si affiancano una di loro farà la gara di 10 km (l’amico Giuseppe Lai) mentre l’altra sarà la seconda atleta che arriverà nella 21 km (Gloria Giudici). Mentre con Giuseppe l’affiancamento dura per 2 km con Gloria invece avremo modo di fare assieme almeno 5 km. Mi lascio trascinare dall’andatura di Gloria e questo per me è molto importante. Ogni tanto verifico la distanza tra Giovanni e me ma non mi faccio condizionare negativamente. Passiamo davanti all'ingresso del Chia Laguna e il mio crono segna 10 km. Tempo impiegato intorno a 38’30”, media sui 3’55” a km. Per fortuna sono riuscito stavolta ad agguantare bene la bottiglia passatami da Angelo per cui posso reidratarmi. Unico problema, nella paura di non riuscire ad assorbire il liquido (in corsa), ne avevo messo troppo poco. Pazienza, finisce subito il mio integratore ma almeno sento subito una sensazione di miglior benessere. Ormai abbiamo superato da almeno due km Chia Laguna e per fortuna sono riuscito a reidratarmi bene a un altro rinfresco. La mia compagna di corsa Gloria ormai mi ha mollato ma i miei sogni rimangono intatti. Poco prima di iniziare la salita vedo il punto più alto dove dovremo salire e mi preparo psicologicamente. Nel giro di circa 500 mt occorre salire circa 40 mt e il sole è sempre più forte. Inizio la fase della salita cercando di tenere un buon ritmo. Davanti a me, subito dopo una curva in piena salita, mi accorgo di un qualcosa che risulterà determinate ai fini della mia classifica. Il mio amico Giovanni sta correndo a passo lento e la distanza che aveva prima nei miei confronti si è immediatamente dimezzata. Nel giro di pochi minuti lo raggiungo, nel pieno della salita, e gli chiedo cosa c’è. Lui replica dicendomi che dopo aver sorseggiato l’acqua fornitagli nell’ultimo rinfresco ha accusato problemi di fegato. Mi fa cenno di proseguire perché lui ha necessità di andare con calma. In effetti l’acqua che ci ha fornito l’organizzazione è l’acqua naturale della San Martino ma si tratta di un’acqua ricchissima di sali. Da quel punto in avanti Giovanni resterà sempre dietro di me e, comunque, porterà a termine la propria gara arrivando secondo della nostra categoria (SM55) su 94 atleti giunti al traguardo. Il superamento di Giovanni psicologicamente mi da molta carica ma la salita la sento molto pesante e devo stringere forte i denti per tenere un buon ritmo. Nel punto più alto della strada si può ammirare un paesaggio veramente spettacolare. Si vede tutto il lungomare verso Tuerredda con una spiaggia bianchissima su un mare azzurro. Per un istante la fatica è domata dalla bellezza dell'immagine. Un rinfresco subito dopo la discesa arriva quasi determinante. Nel frattempo un atleta  nuorese si è fermato per crampi a pochi metri dal rinfresco e si ritira dalla gara. Altra leggera salita sino ad arrivare al giro di boa dove trovo gli incoraggiamenti dell’amico Nicola. Prima di giungere al “punto di ritorno” ho la possibilità di superare  l’amico Efisio Erriu, che ha difficoltà tenere il mio ritmo, ma la cosa più bella è poter incrociare tutti gli atleti che sono davanti a me. Si tratta di 12 atleti che manterranno sino all’arrivo la posizione acquisita già in quel punto. Dal giro di boa sino all’arrivo ormai mancano 5 km mentre 16 sono quelli già percorsi. Questi gli atleti che incrocio: 1° Ruggero Pertile (SM40, Assoindustria Padova); 2° Francesco Puppi (SM, Atl. Valle Brembana); 3^ Valeria Straneo (SF35, Runner Team 99); 4° Vincenzo Tanca (SM35, Atl. San Teodoro); 5° Giuseppe Stara (SM40, Dinamica Sardegna OR); 6° Filippo Lo Piccolo (SM35, Good Rice); 7° Alviero Atzeni (SM45, Pod. San Gavino); 8° Jan Tajovsky (SM, Vitalite Brno, Rep. Ceca); 9° Matthias Kindel (SM, Tu Berlin, Germania); 10° Gloria Giudici (SF, Atl Rovellasca); 11° Ivan Pulina (SM45, Runners Sassari); 12° Fabio Pessina (SM, US Milanese). La discesa dopo il giro di boa mi da molta grinta. Da quel punto in poi incrocerò tutti gli atleti che arriveranno al traguardo (circa 900) dopo di me. Naturalmente le grida di incitamento di numerosi amici mi danno molta “linfa”. Posso valutare le distanze nei confronti di tutti quanti e capire ormai che devo solo “tenere” ritmo. Altro ristoro prima della dura salita che ci riporta nel punto più alto del tragitto. Veramente determinante. Davanti a me vedo, abbastanza distante, l’atleta che mi precede. Nel giro di due km dal punto di ritorno la distanza tra me e l’atleta che mi precede si riducono tantissimo. Sicuramente sta soffrendo il caldo molto più di me. Si tratta di un ragazzo che ha meno di 35 anni di Milano (Fabio Pessina). Nella salita di circa 400 mt con pendenza intorno al 6 % mi gioco la gara. Decido di dosare in modo intelligente tutte le energie disponibili ma la cosa più importante è che non mi devo mettere a camminare. Davanti a me invece Fabio è in forte crisi. Lo vedo camminare a lungo e ciò mi da ancora maggiore grinta. Poco prima di arrivare nel punto più alto ormai lo raggiungo. Ci salutiamo e ci guardiamo per un istante in faccia, non è un viso che conosco. Sicuramente vedo che è più giovane ma non credevo avesse oltre 20 anni in meno di me. Corriamo per circa 200 mt affiancati ma vedo subito che lui ha più energia di me. In effetti aver camminato per un bel po' lo ha ritemprato ed è pronto ad affrontare la discesa con maggiore energia di me. Cerco di stare in “scia” ma il suo ritmo è molto forte. Addirittura dopo alcune centinaia di mt si avvicina a Ivan Pulina quasi “minacciando” la sua posizione.  I due lottano molto vicini e a pagarne le conseguenze sono io. Mancano poco meno di due km. e la discesa mi ha ritemprato. I miei due “rivali” si trovano a poco meno di 200 mt. Mi volto leggermente a guardare se ci sono atleti dietro di me che possano riprendermi ma vedo che la distanza è molto rassicurante. Ormai le posizioni rimangono immutate. Anzi proprio nella fase finale riesco a trovare le forze per affrontare un finale in leggera progressione che mi porta proprio a ridosso dei miei battistrada. L’arrivo per me è un’apoteosi. Già a cento metri dall’arrivo sollevo le braccia al cielo e ringrazio il cielo per essere riuscito in questa grande impresa. Mi rivolgo con il viso verso l’alto e come nelle ultime gare saluto il mio carissimo babbo per la carica psicologica che mi ha dato. Taglio il traguardo arrivando 13° assoluto e 11° tra gli uomini. 5° tra i sardi.

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Per vedere il video (3') della partenza fatto da Angelo (marito di Katia Sitzia) clicca qui;
Per vedere il video (3') della partenza fatto dagli organizzatori (Chia Laguna) clicca qui;
                    

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