lunedì 8 settembre 2014

Caffe’: amico o nemico? Scritto da Elena Lucchi in "Saicosamangi".

By 
Elena Lucchi, Nutritional Therapist ( “Mangia Che Ti Passa” on Facebook; Web: Borecole Nutrition www.borecole.co.uk)
Il caffe’ e’ la bevanda piu’ consumata al mondo dopo l’acqua: in tutto il mondo ne vengono bevuti circa 500 miliardi di tazze all’anno! (1)
Il caffe’ e’ consumato principalmente per il suo effetto stimolante dovuto alla caffeina. La caffeina e’ metabolizzata dal fegato, in modo piu’ o meno veloce dai diversi individui. Gli effetti stimolanti del caffe’ sono piu’ pronunciati negli individui che la metabolizzano lentamente (2).
Altri composti del caffe’ che hanno rilevanza per la nostra salute sono l’acido clorogenico, l’acido caffeico e l’hydroxyhydroquinone. Si tratta di potenti antiossidanti che hanno la capacita’ di proteggerci dall’effetto dei radicali liberi. L’effetto benefico del caffe’ decaffeinato e’ spesso attribuito all’acido chlorogenico. Inoltre il caffe’ contiene lignani e composti minerali che possengono anch’essi proprieta’ terapeutiche (3) (4) (5).
Il dibattito e’ acceso se il caffe’ sia benefico o meno per la salute umana.
Il consumo di caffe’ e’ associato con una riduzione dell’incidenza di disturbi come il cancro, il diabete, le malattie cardiovascolari, il Parkinson e l’Alzheimer.
Studi hanno evidenziato che il consumo di caffe’ e’ associato a una minore incidenza di cancro del colon-retto, del fegato, dei reni, delle ovaie,  esofago, endometrio e faringe (6). Per esempio, un recente studio ha osservato un declino del cancro del colon-retto in individui che consumano giornalmente due o piu’ tazze di caffe’ decaffeinato (7) mentre un altro studio ha riportato un ruolo positivo del caffe’ e della caffeina per il controllo del cancro al fegato (8); il consumo di sei o piu’ tazze di caffe’ con caffeina al giorno e’ risultato in una riduzione del 36% del nonmelanoma cancro della pelle (9).
La correlazione del consumo di caffe’ con il cancro al seno post-menopausa sembra essere meno forte, mentre risultati discordanti si riportano per il cancro della prostate, pancreas e delle ovaie (10).
Il consumo di caffe’ inoltre sembra essere protettivo nei confronti della sindrome metabolica e del diabete mellito, per merito della sua azione antiossidante che promuove la sensibilita’ all’insulina. Questi effetti sono dovuti non solo alla caffeina ma alla azione cumulativa dei suoi principi attivi (11). Si necessitano pero’ ulteriori studi per chiarificare meglio i meccanismi di azione.
I composti antiossidanti del caffe’ si sono rilevati utili nel ridurre il rischio delle malattie cardiovascolari. L’acido clorogenico riduce l’ossidazione del colesterolo LDL (e’ il colesterolo ossidato che rappresenta un forte fattore di rischio per la salute cardiovascolare) (12). L’effetto antiinfiammatorio del caffe’ sembra inoltre essere protettivo nei confronti dell’endotelio, riducendo di conseguenza l’incidenza delle malattie cardiovascolari (13).
Il consumo di caffeina pero’ ha anche un effetto vasocostrittivo e pertanto puo’ causare un innalzamento della pressione (14). Inoltre alcuni dei composti presente nel caffe’ non filtrato, come il cafestol e il kahwenol possono aumentare il livello dei lipidi nel sangue. Il consumo di 3-4 tazze al giorno porta a un aumento sia del colesterolo LDL (‘cattivo’) che di quello HDL (‘buono’), ma l’aumento e’ di entita’ cosi’ limitata da non rappresentare un rischio per le malattie cardiovascolari.
Il consumo di piu’ di otto tazze di cafe’ al giorno puo’ invece aggravare l’aritmia cardiaca e far aumentare il livello delle omocisteine nel sangue (fattore di rischio per le malattie cardiovascolari) (15).
Un consumo moderato di caffe’ (sulle 3-4 tazze al giorno) comunque sembra essere efficace nell’abbassare il rischio di incidenza della malattie cardiovascolari.
Studi epidemiologici hanno dimostrato una associazione inversa tra consumo di caffe’ e morbo di Parkinson. L’effetto antiossidante dei vari composti contenuti nel caffe’ mitiga l’azione neurodegenerativa dei radicali liberi (16).
Un recente studio epidemiologico suggerisce che un consumo di caffeina per decenni riduce il rischio di insorgenza dell’Alzheimer. Il trigonelline, un composto presente nel caffe’, sembra inoltre possedere una azione regenerativa nei confronti dei neuroni e un impatto positivo sulla memoria (17, 18).
L’evidenza sembra inoltre suggerire che il caffe’ puo’ essere utile nella gestione dell’asma, del mal di testa, nel migliorare l’umore e perfino nel prevenire la carie.
Il caffe’ stimola la produzione di acido cloridrico da parte dello somaco ed ha quindi un effetto digestivo.
Un effetto poco piacevole del caffe’ e’ che puo’ disturbare il sonno e quindi le persone con disturbi del sonno dovrebbero evitarlo (19). La caffeina migliora le sensazioni e fa sentire le persone piu’ energiche e questo puo’ creare dipendenza, mal di testa e fatica quando se ne limita il consumo (20).
Studi recenti hanno inoltre rilevato una lieve associazione tra il consumo di caffe’ e la artrite reumatoride e l’osteoporosi. Per quanto riguarda questa seconda malattia il probabile meccanismo di azione e’ che,  essendo il caffe’ una sostanza acidificante, puo’ stimolare l’escrezione di minerali come il calcio. Il caffe’ inoltre,  per il suo contenuto di tannini, inibisce e limita l’assorbimento di ferro.
Il caffe’ e’ inoltre diuretico e questo puo’ causare disidratazione e escrezione eccessiva di nutrienti come lo zinco e le vitamine B e C.
Un alto consumo di caffe’ in gravidanza (piu’ di 6 tazze al giorno) aumenta il rischio di aborto ed e’ correlato a un minore peso fetale (21).
Il caffe’ infine, essendo una bevanda stimolante, induce la produzione di cortisolo da parte del nostro organismo, il che, quando il consumo e’ eccessivo o quando siamo particolarmente stressati, da’ un non opportuno ulteriore carico di lavoro alle nostre ghiandole surrenali, contribuendo al nostro carico di stress.
REFERENZE
(1) Clarke, R.J. and Vitzthum, O.G. (2001). Coffee:Recent Developments. Blackwell Science, Berlin.Prakash, N.S., Combes, M.C., Somanna, N., and Lashermes, P. (2002). AFLP
(2) Cornelis, M.C., El-Sohemy, A., Kabagambe, E.K., and Campos, H. (2006). Coffee, CYP1A2 genotype, and risk of myocardial infarction. JAMA. 295: 1135–1141.
(3) Farah, A. and Donangelo, C.M. (2006). Phenolic compounds in coffee. Br. J. Plant Physiol. 18: 23–36.
(4) Suzuki, A., Fujii, A., Jokura, H., Tokimitsu, I., Hase, T., and Saito, I. (2008).Hydroxyhydroquinone interferes with the chlorogenic acid-induced restoration of endothelial function in spontaneously hypertensive rats. Am. J. Hypertens.
21(1): 23–27.
(5) Farah, A. and Donangelo, C.M. (2006). Phenolic compounds in coffee. Br. J. Plant Physiol. 18: 23–36.
(6) Butt MS, Sultan MT (2011). Coffee and its consumption: benefits and risks.  Crit Rev Food Sci Nutr. Apr;51(4):363-73.
(7) Oba, S, Shimizu N, Nagata C, Shimizu H, Kametani M, Takeyama N, Ohnuma T, and Matsushita S. (2006). The relationship between the consumption of meat, fat, and coffee and the risk of colon cancer: a prospective study in Japan. Cancer Lett 244: 260–267
(8) Hussain, K. and El-Serag, H.B. 2009. Epidemiology, screening, diagnosis and treatment of hepatocellular carcinoma. Minerva. Gastroenterol.Dietol. 55(2): 123–138.
(9) Abel, E.L., Hendrix, S.O., McNeeley, S.G., Johnson, K.C., Rosenberg, C.A., Mossavar-Rahmani,Y.,Vitolins, M., and Kruger, M. (2007).Daily coffee consumption and prevalence of nonmelanoma skin cancer in Caucasian women. Eur. J. Cancer Prev. 16: 446–452.
(10) Nkondjock, A. 2009. Coffee consumption and the risk of cancer: an overview. Cancer Lett. 277: 121–125.
(11) Shearer, J., Sellars, E.A., Farah, A., Graham, T.E., andWasserman, D.H. (2007). Effects of chronic coffee consumption on glucose kinetics in the conscious rat. Can. J. Physiol. Pharmacol. 85: 823–830.
(12) Cornelis, M.C. and El-Sohemy, A. (2007). Coffee, caffeine, and coronary heart disease. Curr. Opin. Clin. Nutr. Metab. Care. 10: 745–751.
(13) Lopez-Garcia, E., van Dam, R.M., Li, T.Y., Rodriguez-Artalejo, F., and Hu, F.B.(2008). The relationship of coffee consumption with mortality. Ann Intern Med 148: 904–914.
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(21) Fernandes, O., Sabharwal, M., Smiley, T., Pastuszak, A., Koren, G., and Einarson. T. (1998). Moderate to heavy caffeine consumption during pregnancy and relationship to spontaneous abortion and abnormal fetal growth: a metaanalysis. Reprod. Toxicol. 12: 435–444.

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