domenica 24 aprile 2016

Chia Laguna Half Marathon (Gara 10 km). Scritto da Davide Mallus.

Davide Mallus.
Davide Versione 2.0 – Sistema operativo aggiornato.
Così come un personal computer necessita di pulizia e aggiornamento periodico, anche il runner si trova talvolta costretto ad elaborare un restyling ai propri componenti per migliorare le prestazioni, principalmente per evitare continui blocchi, virus e quant’altro.
A quattro mesi dall’ultima gara mi sono trovato nuovamente sul campo con una serie di aggiustamenti frutto delle riflessioni fatte nel tempo libero durante gli ultimi infortuni. Il più recente, stavolta al fianco destro, mi ha bloccato da fine gennaio a due settimane fa.
Non è il caso di disperarsi quando non si può correre. L’infortunio è un segnale che deve essere ascoltato e compreso. La mia strategia è stata semplice: cercare di perdere qualche chilo per riprendere più leggero e cercare di correggere la postura. Con tre chili in meno e dei plantari su misura per correggere l’eccessiva supinazione ho ripreso gli allenamenti due settimane fa e oggi mi ritrovo a raccontare la prima gara del 2016!
Ho deciso di fare la 10 km per evitare una ripresa troppo brusca, in effetti la memoria della mezza maratona di Chia dello scorso anno mi ha suggerito di lasciar perdere, senza alcun dubbio.
Parto prestissimo per evitare il traffico e l’affannosa ricerca del parcheggio. Guidare la mattina presto, con la strada deserta, è un piacere che contribuisce a caricarmi nel modo migliore. Alle 7 ho moltissimo parcheggio a mia disposizione, l’addetto alla sosta chiede con estrema cortesia di avvicinarmi il più possibile alla macchina di fianco, prevedendo un afflusso notevole. C’è molto vento, la temperatura è ancora fresca. C’è fermento in giro e si lavora per sistemare i dettagli. Vado a ritirare la busta col pettorale e mi viene consegnata anche una bella maglia tecnica che si abbina perfettamente alle mie nuove Asics fluorescenti. Ovviamente in gara userò la canotta rossoblu che per troppi mesi è rimasta sola soletta nell’armadio.
Pian piano cominciano a vedersi facce conosciute e tanti compagni di squadra mai visti prima. Il villaggio del Chia Laguna è bello e gradevole, con tanti ambienti comodi che consentono di procedere al meglio nelle diverse fasi che precedono la gara. Sistemo il pettorale sulla canotta, senza fretta e attento a rispettare il perfetto allineamento. Il vento è forte. Ho paura che i magnetini possano crearmi problemi, quindi decido di usare le spilline presenti nella busta.
Prendo un gradito caffè con l’amico Egidio che farà la mezza maratona. Sistemo lo zaino in macchina e, dopo un veloce cambio di roba, mi ritrovo in configurazione gara con quella sensazione piacevole di essere protagonista dell’evento, indipendentemente da tempi e prestazioni. Nella piazza del resort ritrovo tutti i compagni di squadra per la tradizionale foto di gruppo. Siamo veramente tanti e sorridiamo verso la macchina di Antonio e di altri fotografi. Comincia il riscaldamento con piccoli esercizi, qualche saltello a ritmo della musica energizzante sparata dalle casse e qualche allungo. Le gambe sono leggere. I tre/quattro chili che ho perso forse erano tutti lì! Ricordo che a gennaio, dopo le feste, avevo in continuazione dolori ai polpacci. Ora tutto è più fluido e anche la postura, grazie ai plantari che ormai uso sempre, mi sembra più corretta. Avverto un leggero mal di pancia probabilmente dovuto ad una barretta proteica. Non è un grosso problema. Il vento si fa sentire, ma la temperatura sale. Il maestrale rende molto belli e contrastanti i colori del cielo e delle nuvole. La vegetazione primaverile fornisce gradevoli sensazioni olfattive. Insomma pare che le condizioni per una 10 km siano veramente ottimali. Non ho salite da temere, non ci saranno i trenta gradi dello scorso anno. Unico rammarico è quello di non esser giunto in forma per fare la mezza maratona e per vendicarmi della prestazione sbagliata del 2015. Ci saranno i miei compagni che si vendicheranno anche da parte mia e sarò contento ugualmente! Le casse suonano Highway to hell degli AC-DC, ma stavolta non sarà una gara nell’autostrada verso l’inferno.
Anche quest’anno mi sento un po’ VIP perché ho l’accesso alla prima griglia, quasi sotto l’arco gonfiabile che fatica a stare in piedi. Lo speaker annuncia i campioni in gara e ci carica come un DJ in discoteca. Un drone ci svolazza di sopra, ci riprende e tutti solleviamo le mani per salutare.
Guardo il cielo, poi chiudo gli occhi e cerco di gustarmi le fasi che precedono la partenza. L’emozione è forte, l’ansia è nascosta dalla gioia. Cerco di capire come affrontare la gara, ipotizzando di farla tra i 4.30 e 4.50 min/km. Non dovrei avere problemi. Dovrò comunque ascoltare qualsiasi sensazione che potrebbe crearmi difficoltà.
Si parte! Ho molti atleti davanti. Alcuni mi sorpassano di lato, li lascio andare. Cerco soprattutto di avere una distanza confortevole con chi mi sta davanti. Il passo naturale è di 4.40. Rivivo la partenza dello scorso anno, ricordo che ci avevano tenuti mezz’ora in gabbia sotto un sole cocente e temperatura di trenta gradi. Stavolta è tutto più favorevole. Man mano che procedo penso che questa 10 km sarà un giochetto, una passeggiata e che tutto andrà decisamente bene. Mi concedo qualche sorpasso per motivazioni un po’… particolari. Per esempio, c’è una runner che corre con delle scarpe che sembrano di plastica e ogni colpo a terra mi infastidisce al punto di voler fuggire e cercare spazio altrove. Mi affianco a miei compagni di squadra che fanno la mezza maratona. Penso che tenere quel passo per 21 km non sia fattibile attualmente. Ma chi se ne frega. E’ già positivo che stia correndo a 4.30 dopo due mesi di stop totale e sole due settimane di allenamenti semplici. Mi viene da accelerare. Il cuore è un po’ in affanno, le gambe vanno da sole, non sento dolori ai fianchi e questo mi fa star bene. In un punto insolito sento un ‘ciao Davide’, è l’incitazione di Antonello Cossu. Bene: nuova carica per accelerare! I top runner hanno già fatto il giro di boa e li ammiro mentre corrono contromano sulla strada principale. Al passaggio sui 5 km Francesca ci avvisa di stare attenti ad una buca. Al ristoro non bevo, pur avendo la gola secca. Lo scorso anno ci avevano dato acqua frizzante … diciamo che forse ho paura di riavere quella sorpresa!
Non ho la fascia cardio al petto. Immagino comunque di avere un battito tra i 165 e i 170 BPM. Non ho perso il vizio di guardare continuamente l’orologio. Prima o poi mi deciderò a gareggiare senza Garmin. Comunque, mi dice che sto viaggiando tra i 4.05 e i 4.20. La cosa mi esalta e procedo con altri sorpassi. Una marea di runner non ha ancora fatto il dietro front. Sono veramente tanti, non riesco a catturare volti conosciuti. Ad un certo punto un cartello enorme avvisa per il cambio di direzione della 10 km. Poco dopo un ragazzo ripete l’informazione a voce. Lo scorso anno ci fu un errore di segnalazione e diversi atleti si trovarono sul strada sbagliata compromettendo la loro prestazione.
Giro correttamente. Il flusso diminuisce drasticamente. Ho qualche atleta nelle mie immediate vicinanze e un folto gruppo a circa trenta metri. Punto il gruppetto come obbiettivo per gli ultimi due km. Il respiro si fa sempre più affannoso. La sofferenza aumenta. Non voglio rallentare e per distrarmi penso ‘va tutto bene, è finita, niente salite, niente inferno’. Le gambe vanno benissimo, il motore invece ha bisogno ancora di allenamenti specifici per pompare al meglio. Vorrei superare il gruppetto ma ritengo sia impossibile. Mi concentro su una coppia di ragazzi che stanno a dieci metri da me. Lui sembra essere l’allenatore di lei. Nel momento in cui sorpasso la ragazza, il tipo le suggerisce di seguire il mio passo. Ogni tanto mi becca lo sconforto con frasi depotenzianti tipo ‘ quando ca..o finisce’. Non va bene. Respiro affannosamente e riprendo un comportamento più ottimista. Manca un km. L’ultimo km per me è sempre uguale. Che sia una 7 km o un a 21 km non cambia nulla. Si va al massimo e oltre (tanto poi finisce, c’è la medaglia ed il ristoro).
Il garmin fa il beep dei 10 km. Non vedo il traguardo. Ritorniamo sulla strada principale per poi girare subito a destra, in una breve salita che conduce al traguardo. Riesco a superare qualcuno, ma non il gruppetto di cui ho parlato prima. Sollevo le mani, schiaccio STOP e cammino, mezzo morto e curioso di leggere il tempo: 45 minuti e 32 secondi . 10.36 km a 4.24’km. Una bella vittoria per me, inaspettata!
Mi danno la medaglia, mi tolgono il chip, mi danno il pacco gara che contiene una paio di occhiali molto belli. Vado a ristorarmi. Non ho fame e sete. Bevo un po’ di integratore e mangio un pezzo di banana e di arancia. E’ più importante dirigermi in macchina per cambiarmi.
La cosa bella di una 10 km in un contesto di mezza maratona è che puoi goderti tutti gli arrivi! Il vincitore è una specie di extraterrestre che volta con una disinvoltura tale da far rabbrividire chiunque. Pian piano arrivano gli altri. Incontro Stefania e assieme ci piazziamo un punto strategico per vedere comodamente gli atleti e per fare il tifo. Ormai sono tanti gli atleti che conosco. Vedere il loro arrivo è molto emozionante. Ti guardano stanchi e felici. Apprezzano l’incitamento che, in altre occasioni, mi hanno riservato calorosamente. Mi colpisce la prestazione di Angelo che fa un tempo incredibile rispetto a quello dello scorso anno! Complimenti!
In zona premiazioni riesco a scambiare due chiacchiere con tanti amici. Faccio dei selfie con Elisabetta che mostra sempre tanta felicità in ogni gara e su qualsiasi distanza. Sono molto contento per le ottime prestazioni dei miei compagni di squadra e per l’ottima prestazione di Mato che festeggia al meglio il suo compleanno!
Durante lo show delle premiazioni sembra di assistere ad una trasmissione televisiva nazionale. Per un attimo immagino di essere chiamato a ritirare qualche premio. E’ solo una fantasia..ma come dico sempre .. prima o poi voglio salire su un podio, anche un terzo posto in una località sperduta del mondo.
Faccio rientro a casa molto soddisfatto. L’aggiornamento del sistema operativo è stato positivo. Nessun blocco, nessun virus. La disinstallazione di alcuni file pesanti ha reso il pc più veloce e fluido. Devo solamente evitare programmi troppo pesanti!

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