lunedì 8 aprile 2013

Carbonia, 07-04-13. Vivicittà 2013. Solo fatica... scritto da Alessandro Bonetti.

Dopo anni e anni di nulla, nel mio piccolo villaggio qualche anima buona si decide a portare una gara podistica.
Onestamente alla fine era meglio se non l'avessero fatta, vista l'organizzazione davvero scadente e il tracciato abbastanza impegnativo, Però meglio di nulla.
Inaspettatamente al via troviamo atleti che possono vantare passi ben al di sotto dei 3'40" per cui se gara deve essere, che gara sia.
Io arrivo da una due giorni di allenamenti consecutivi (18 Km in pista + 40' di rigenerante) e questa gara tirata è il terzo allenamento di fila, ma mi servirà per capire che passo potrò fare a Cagliari nella mezza, e soprattutto per vedere come il mio fisico reagisce alla fatica.
Nel pre-gara conosco finalmente Antonello Vargiu, che decide di non fare gara tirata, ma di accompagnare un suo amico. Inizialmente volevo partire con loro, visto che il passo nominale di 4'30" era quello che mi prefiggevo, poi in realtà la gara è gara, e dopo 1 Km vado avanti e ci si rivedrà all'arrivo.
Ma andiamo alla cronaca. 
Il via viene rinviato all'ultimo momento, e quindi anziché partire alle 10:30 si parte alle 11:00. Il clima è pazzo; fino alle 10:00 c'è abbastanza freddo e ogni tanto qualche goccia ci bagna. Poi decido comunque di vestirmi leggero, con canotta termica con sopra la canotta sociale. Alla fine alle 11:00 si apre il cielo e la mia scelta viene premiata. Molti altri invece correranno con maglie termiche a maniche lunghe e collant integrali... Chissà che sauna si saranno fatti.
Prima dello sparo ripasso la strategia di gara: partenza a 4'35", poi assestarmi a 4'30" e infine dal 7° Km progressione per andare a prendere un po' di gente cercando la progressione a 4'20"/25". Obbligatorio: Non guardare il Garmin.
Ora 11:00 sparo dello starter e via.
Si parte. Siamo all'interno della vecchia miniera, un po' di fango, qualche buco, ma dopo 300 m siamo in strada. Un rettilineo abbastanza piatto quindi le gambe vanno subito a regime. Sento subito i commenti di qualcuno: "Siamo a 4'20"". Ops, capisco che forse le gambe vanno per i fatti loro e che la testa non sta controllando bene il corpo. Comunque conosco il percorso a menadito, mi ci alleno oramai da anni, e so che dopo il 2° chilometro mi aspettano due chilometri spacca gambe. Il primo chilometro finisce molto alla svelta e infatti lo chiudo in 4'13". Per il secondo mi calmo e lo faccio a 4'20", e sono riuscito a non guardare ancora il crono. i prossimi 2 chilometri sono da affrontare con cautela. Accorcio la falcata, corro come un cameriere a chiappe strette e prima il falso piano e poi lo strappo li affronto senza accusare troppo la fatica. Solo in questi due chilometri riprendo una decina di persone che erano partite a razzo. Questi 2 chilometri passano in  4'27" e 4'28". Ora la strada spiana, ma non è regolare, ci sono alcuni saliscendi, ma per fortuna c'è il primo rifornimento che prendo con molto piacere. Sciacquo la bocca, mi bagno la testa e non cerco strappi; le gambe tengono il passo. Oramai il gruppo è spaccato, e io sono il primo del secondo gruppetto. Al 5° e 6° chilometro sono un metronomo, li chiude entrambi a 4'26". Oramai ho un solo obiettivo: raggiungere le due canottiere gialle davanti a me e se ce la faccio riprendere le due bianche subito davanti a loro.
Finito il 6° chilometro inizia una discesa che mi permette di far girare un po' le gambe e riprendere fiato,  e la rampetta successiva nemmeno la sento. Il 7° e l'8° passano via facili (4'22" e 4'23") ma si fa largo l'idea che non riuscirò a riprendere nessuno di quelli che ho davanti a me perché vedo che anche loro riprendono la gamba con le discese. Il nono è il chilometro più duro perché c'è un falso piano di quasi un chilometro, e so che lì dovrò fare la differenza: accorciare il passo e cercare di non perdere strada, se supero questo chilometro senza intoppi posso ancora farcela a fare un crono dignitoso. Il nono finisce in 4'29", ignoro il rifornimento e sento che le gambe hanno ancora qualche cosa da dare. E infatti ho a un tiro di schioppo le due canotte gialle, che vado a riprendere subito all'inizio del 10° Km. Li supero di gran carriera, e sento che provano ad usarmi da pacemaker. Li ignoro e continuo col mio passo. Il 10° è il chilometro più facile e lo concludo in 4'03". Intanto a metà del nono chilometro ho guardato il Garmin perché avevo perso il conto dei chilometri e scopro con piacere di essere in media. Non ho la mente lucida per fare i conti, vedo solo che sono oltre il nono chilometro intorno ai 40 minuti.
Ora ho le due canotte bianche da riprendere, ma all'inizio dell'undicesimo chilometro sento un lieve fastidio al polpaccio destro, dove da qualche giorno ho fastidio all'achilleo. Preferisco andare di conserva per un chilometro e poi sparare tutto al dodicesimo. Infatti il chilometro lo chiudo piano a 4'20". Passiamo davanti alla stazione dei treni e so che ora è il momento di dare tutto, le due canotte bianche sono a 10 metri, cambio assetto, e inizio a correre solo di avanpiede. Ho preso un bell'abbrivio anche grazie alla breve discesa e il chilometro lo chiudo a 4'10". Ora mancano gli ultimi 200 m dove finalmente riesco a riprenderli entrambi, ma siccome mi hanno dato lo spunto per accelerare, li incito a venire con me. Tagliamo il traguardo praticamente assieme. Crono finale 52'54", media di 4'19" per 12210 metri di percorso da Garmin. Probabilmente, contando che il Garmin regala qualche cosa, abbiamo corso per 12 Km esatti con un passo reale di 4'24", ma va benissimo così. Non avevo mai corso così veloce un 12 Km e soprattutto non dopo una tre giorni così impegnativa.
Considerazioni sulla gara: organizzazione pessima; in tutta Italia la gara partiva alle 10.30, perché posticiparla per fare spazio a una manifestazione locale? Il traffico non è stato gestito in maniera corretta; più di una volta mi sono trovato a rischio investimento e svariate volto ho mandato a quel paese automobilisti che cercavano di farsi spazio tra noi pazzi esauriti. Mi è stato anche riferito che hanno fatto una gara agonistica, persone a cui non è stato richiesto il benché minimo certificato medico. Pazzesco!

Per entrare nel blog di Alessandro Bonetti per vedere il suo post integrale (con indicate anche le diverse altimetrie del percorso) clicca qui.

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