Gli studi dicono che l’82% dei runner andrà incontro a un infortunio durante la sua carriera. Gli infortuni che possono colpirlo sono più di 20, tra i più frequenti si segnalano la fascite plantare, la periostite tibiale, la tendinopatia dell’Achilleo (o altri tendini), il “ginocchio del corridore” (più propriamente sindrome femoro-rotulea), la sindrome della bandelletta ileotibiale e le lesioni muscolari. Sempre gli studi indicano che la maggior parte di questi infortuni, fino a più del 90%, derivano da errori di allenamento. In sostanza il corpo umano possiede una certa capacità di sopportare il carico, ma a differenza di una macchina, in cui se si supera la sua capacità di carico essa si rompe, il corpo umano è un sistema biologico (cioè “vivo”) per cui possiamo superare la nostra capacità di carico per un breve periodo di tempo. L’importante è che poi diamo al nostro corpo la possibilità di recuperare. In questo lasso di tempo avviene un adattamento, per cui la nostra capacità di carico aumenta leggermente. Ma quando il recupero è insufficiente, allora avviene un sovraccarico (= supero le mie capacità di carico), per cui c’è la rottura.
sabato 12 ottobre 2019
Posso correre con questo infortunio? Scritto da Samuele Graffiedi.
mercoledì 9 ottobre 2019
Il modo di mangiare influenza il nostro peso. Scritto da Sara Campolonghi.
Oggi mangiamo tutti troppo velocemente.
Provate ad osservarvi in pausa pranzo, quando divorate un panino in piedi o tra un impegno e l’altro, guardando la televisione o distratti dal pensiero di cosa dovete fare subito dopo: probabilmente state ingoiando senza masticare, ed in pochi minuti.
Provate ad osservarvi in pausa pranzo, quando divorate un panino in piedi o tra un impegno e l’altro, guardando la televisione o distratti dal pensiero di cosa dovete fare subito dopo: probabilmente state ingoiando senza masticare, ed in pochi minuti.
Ma il modo in cui mangiamo, a parità di qualità o quantità degli alimenti, non va sottovalutato perché influenza moltissimo la nostra salute, il nostro senso di fame e sazietà durante tutta la giornata, ma anche la nostra soddisfazione rispetto al pasto.
martedì 8 ottobre 2019
Come affrontare la New York City Marathon. Scritto da Orlando Pizzolato (Ottobre 2011).
Sono molti i podisti che corrono la maratona di NY senza ambizioni cronometriche, ma sono anche tanti quelli che vogliono cogliere l’occasione di migliorare il proprio primato. Il percorso della maratona di NY non è però tra i più facili perché, in seguito ai ponti che si trovano lungo il percorso e alle salite della 1st Avenue e del Central Park, il dislivello verticale da superare ammonta a 253 metri, ed il tempo che si perde durante la corsa in salita purtroppo non si re-cupera nella successiva discesa. Quindi, alla luce di questa situazione, chi corre la maratona di NY deve considerare di perdere all’incirca 2-3’ rispetto ad un percorso piatto.
Ma correre la maratona di NY comporta anche dei vantaggi, ed il principale è di essere stimola-ti a rendere di più grazie all’incitamento del pubblico e all’atmosfera elettrizzante che si vive in città. Per quanto riguarda il percorso, sostanzialmente si può dividere in due parti: la prima, dalla partenza all’inizio del Queensborough Bridge (il ponte che collega il quartiere del Queen a Manhattan), e la seconda che inizia proprio dai piedi della salita del ponte fino all’arrivo. La prima parte è sicuramente la più scorrevole perché, ad eccezione della salita del Ponte di Ver-razzano, non presenta altri punti impegnativi. Nella seconda parte invece si devono superare dapprima la salita del Queensborough Bridge, quindi i saliscendi della 1st Avenue ed infine le temibili salite del Central Park.
Ma correre la maratona di NY comporta anche dei vantaggi, ed il principale è di essere stimola-ti a rendere di più grazie all’incitamento del pubblico e all’atmosfera elettrizzante che si vive in città. Per quanto riguarda il percorso, sostanzialmente si può dividere in due parti: la prima, dalla partenza all’inizio del Queensborough Bridge (il ponte che collega il quartiere del Queen a Manhattan), e la seconda che inizia proprio dai piedi della salita del ponte fino all’arrivo. La prima parte è sicuramente la più scorrevole perché, ad eccezione della salita del Ponte di Ver-razzano, non presenta altri punti impegnativi. Nella seconda parte invece si devono superare dapprima la salita del Queensborough Bridge, quindi i saliscendi della 1st Avenue ed infine le temibili salite del Central Park.
domenica 6 ottobre 2019
Come farsi male... a cena. Scritto dal Dott. Pier Luigi Rossi.
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Dott. Pier Luigi Rossi. |
Ritornare a casa alla sera e mangiare un eccessivo carico alimentare a cena. E’ cronaca giornaliera per milioni di noi.
Il risultato?
Aumento di peso corporeo, di obesità e di colesterolo, patologie.
Perché?
Perché la NATURA vuole il massimo di introduzione di energia al mattino per affrontare la giornata, ma alla sera e durante la notte il nostro organismo richiede il minimo di energia.
Invece la organizzazione del lavoro, la vita di relazione, i tempi della giornata , cioè la CULTURA, realizza l’opposto, cioè si ha il minimo di introduzione di energia al mattino e il massimo alla sera! Grave errore alimentare.
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