mercoledì 21 ottobre 2020

La supercompensazione. Scritto da Marco Monticelli.

L’allenamento fisico di qualsiasi genere, sia quello che miri di più a migliorare l’apparato muscolo-scheletrico sia quello che invece vuole migliorare l’apparato cardio-respiratorio, risulta essere uno stimolo stressante per il nostro organismo. Questo stress produce una risposta del nostro corpo che a sua volta induce ad un cambiamento, o meglio a un adattamento dell’organismo stesso. 
L’adattamento diventa quindi il prodotto del nostro prezioso allenamento. 
ESERCIZIO Þ RISPOSTA Þ ADATTAMENTO 
Lo stress diventa quindi indispensabile per migliorare la nostra prestazione fisica. 
Ma di quanto esercizio (stress) abbiamo bisogno per indurre dei miglioramenti? 

Questa domanda è molto importante perché sappiamo benissimo che dosi eccessive di stress produrrebbero al nostro organismo effetti più che altro dannosi. Ecco allora che diventa essenziale quantificare, per quanto si possa fare, l’esercizio fisico in modo che questo produca adattamenti positivi e minimizzi gli effetti negativi.
Sappiamo molto bene anche che le persone sono tutte molto diverse le une dalle altre e diventa quindi difficile, se non inutile, dare regole precise sulla quantità dell’esercizio da svolgere. 
Premettiamo che il concetto di quantità indichi l’ammontare delle esercitazioni fisiche ma che questo dipenda anche dall’intensità delle stesse, cioè dalla modalità con il quale queste esercitazioni vengono svolte. 
Detto questo introduciamo l’importanza del recupero dopo l’allenamento. Infatti successivamente all’allenamento il recupero serve a compensare il disequilibrio energetico indotto dall’allenamento. 
È quindi molto importante la fase di recupero successiva che riporta l’organismo alla fase di partenza ma non solo. Infatti per far fronte a nuovi stimoli della stessa entità l’organismo si adatta e lo fa migliorando le prestazioni di partenza. 
La legge della supercompensazione di Weigert infatti dice proprio così: 
“Gli effetti successivi a grandi carichi non si limitano solo al recupero del potenziale energetico speso, ma portano alla sua maggiorazione, cioè ad un suo recupero che supera quantitativamente i livelli iniziali.” 
Ovvio che dopo poco tempo se non si stimola nuovamente l’organismo la supercompensazione ritorna allo stato di normalità (cioè quello iniziale). 
Ecco che allora quando ci alleniamo dobbiamo sfruttare proprio questo principio, prima che lo stato energetico ritorni ai livelli iniziali si fornisce un nuovo stimolo e il processo ricomincia partendo da un valore più elevato. Il sommarsi dei vari stimoli provoca il miglioramento organico. 
Gli stimoli devono quindi essere continui e devono progressivamente aumentare nel tempo se vogliamo migliorare, se no la progressione si arresta o addirittura regredisce. 
Un ultimo concetto estremamente importante è quello che considera un altro processo, l’over training sindrome, ovvero il sovrallenamento. L’organismo prima di ricostruire deve aver recuperato quanto perduto sennò la supercompensazione diventa vana. 
Il tempo di recupero deve essere proporzionale all’intensità dello stimolo e ovviamente maggiore è lo stimolo (quantità – intensità) maggiore sarà il tempo di recupero. 
Alla luce di tutto questo capiamo quindi quanto sono importanti le giornate successive all’allenamento. I questi giorni gli apparati sollecitati devono riposare ma soprattutto reintegrarsi. Quindi alimentazione e riposo diventano due condizioni altrettanto importanti quanto l’allenamento e devono essere curati anche questi due aspetti. 
Ecco che allora dovrebbe essere spiegato soprattutto al principiante che si cimenta in palestra l’inutilità di allenarsi in maniera intensa tutti i giorni. Non è raro vedere in palestra ragazzini alle prime armi che ansiosi dei risultati vengono ad allenarsi tutti i giorni. 
Altrettanto importante, invece, è spiegare ad un atleta avanzato che un muscolo di grandi dimensioni (come ad esempio il grande pettorale) può riposare anche 7-10 giorni prima di essere ri-allenato. 
Per quanto riguarda un allenamento di resistenza le cose in parte cambiano, quindi un maratoneta troverà sicuramente giovamento nel correre tutti i giorni, ovviamente alternando i programmi di allenamento. 

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