sabato 14 gennaio 2017

Maratona di New York, 6 motivi per farla e 2 per non farla. Scritto da Paolo Furini.

E’ fatta. Dopo 9 mesi di preparazione, 1800 kilometri di corsa in allenamento (un migliaio per Ilaria), centinaia di ore con le scarpette da running ai piedi, 3 paia di scarpe consumate e senza suola, dolori e acciacchi gestiti e guariti, contratture e nuovi plantari ai piedi, siamo arrivati al giorno della nostra prima maratona, La Maratona delle maratone: New York. E l’abbiamo portata a termine, entrambi, piu’ o meno nei tempi che ci eravamo prefissati 9 mesi fa, io col numero 13212 ed Ilaria 27919). Ed è stato mooooooooolto più emozionante di quanto avessimo immaginato.

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Voglio descrivervi in breve la cronaca dei momenti salienti, e poi dare un paio di buoni motivi per fare questa Maratona, o per decidere di non farla.
7:30 Siamo alla area di partenza del Ponte di Verrazzano, tre zone, verde, arancio e blu, ciascuna con migliaia di persone in fremente attesa. Distribuiscono te’ caldo, bibite, integratori e donuts (ciambelle tipo pane). Freddo ma siamo vestiti bene.
9.50 Chiamano ai cancelli, io sono al blocco 13.000 ed Ilaria al 27.000. Un saluto e la prima emozione quando ci avviamo entrambi al proprio cancello. “Ci vediamo all’arrivo J
10.05 Un’occhiata di sole scalda gli animi, ci leviamo la tuta (verranno raccolte tutte e date in beneficenza), tutto pronto.
10.10 Il colpo di cannone, wow la seconda emozione, mi giro verso il ponte e vedo gli atleti (quelli veri) che partono a razzo. Tutto intorno boato di gioia e urla di incitamento. Urla che ci accompagneranno senza tregua fino alla fine. C’e’ una atmosfera di fremente attesa per l’imminente partenza, tra qualche minuto parte anche il mio blocco.
10.20 Ci avviciniamo camminando alla partenza, ciascuno è al massimo della concentrazione, sappiamo che stiamo per dare il via all’avventura. Tutta la mia tecnologia è pronta, il Garmin col satellitare, impostato con l’autolap ogni miglio, l’allenatore automatico che mi segnala il ritmo gara, il bracciale (gentilmente donato dalla Nike) con i tempi di passaggio ogni miglio. Sono vestito giusto, muscoli caldi e stretching ok.
10.27 Via !!!! Parto sul Ponte di Verrazzano, e prendo la corsia sotto il Ponte. Ilaria partirà alle 10.44. Cerco di non partire subito a razzo, anche se è difficile trattenersi.
Ed è subito salita …. me lo sentirere ridire più volte …. salita, come può una città in riva al mare essere tutta in salita ? Ebbene .. puo’ ….
Sotto il ponte di Verrazzano il Garmin perde subito il segnale, e quando esco stenta a riprenderlo, un paio di curve e tutto il mio piano di tempi, medie al km ed al miglio va a farsi friggere …. buono a sapersi per la prox volta. Mi rassegno immediatamente all’assenza del supporto tecnologico (si puo’ vivere senza, giuro) e mi accontento di un sano cronometro e della mia fascetta con i tempi preventivi al miglio. So che me la godro’ comunque al massimo e che correro’ con il cuore, e non per fare il tempo. Ora posso dire che avrei fatto lo stesso tempo anche senza orologio ….
Da li a pochi minuti il primo contatto con la folla, siamo a Brooklin, e le vere emozioni arrivano subito. Ci troviamo in mezzo a due ali di folla che balla, urla e ci incita. File di decine di bambini neri e bianchi che cercano disperatamente di darti il ‘cinque’ !!! Si mettono uno dietro l’altro, cosi basta allungare la mano mentre corri, e batti il cinque a 10 bambini in fila !!! Spettacolare, e piu’ batti il cinque e piu’ la folla ti incita, chiamandoti per nome (vi ricordate il nome sulla maglietta ?), Go Paolo GO, Great Job Paolo, Go Italia You Can Do It.
Poi cominciano i cori e le bande rock, blues e jazz (piu’ di cento in tutto il percorso) … e la gente balla e incita… meraviglioso, non ricordo di essermi emozionato e commosso così a lungo in vita mia. E ovviamente la carica che ti da’ la folla è pazzesca, le gambe vanno come dei treni. Sarà cosi fino al Queens, al 25km.
Il passaggio alla mezza maratona è buono, le gambe vanno anche se le continue salite della prima parte si fanno sentire.
Il primo momento di sconforto è sul secondo ponte, quello del Queensboro, un’altra salita, lunghissima (la lunghezza delle salite percepita è sempre maggiore di quella reale, sigh). E oltretutto qui la folla non c’e’, solo centinaia di piedi che scalpitano sotto il ponte.
E poi l’arrivo a Manhattan. Dopo una decina di minuti di silenzio sotto il ponte, risentire la folla è bellissimo !!! Si riparte subito alla grande, ma mi accorgo che la salita è tutt’altro che finita. La First Avenue ci accompagnerà fino a Nord nel Bronx, e, dalla cima di una delle prime salitine lo spettacolo è galvanizzante e inquietante. Lo chiamano “il canyon di Manhattan”, 70 blocchi di strade, quasi 8km di stradona diritta, su e giu’, tra due file ininterrotte di grattacieli, aiuto, come arrivare fino in fondo ?
Eppure si arriva, a stenti ma si arriva. E’ qui che ho perso un po’ di smalto, la salita persiste e le gambe diventano di legno.
Arriviamo nel Bronx, poche centinaia di metri e torniamo ad Harlem, ancora bagno di folla e band che suonano rock. Poi ancora Manhattan, sulla Quinta. Siamo al 35km.
La logica direbbe, se la First Avenue, da Sud a Nord era in salita, allora la Fifth Avenue, da Nord a Sud sarà in discesa ? La risposta è no …. non so dirvi come, ma anche la Quinta presenta tratti in salita, le gambe ora cominciano veramente a reclamare, mando giu’ Enervit uno dietro l’altro per compensare il calo di zuccheri.
Finalmente entriamo in Central Park, al 38km, anche qui la folla è scatenata, e soprattutto valanghe di Italiani, turisti e immigrati, inneggiano a tutti i maratoneti italiani che passano, molto bello, emozionante e toccante.
Ma, dentro il parco, evviva evviva, una discesa vera !!! Le gambe ritornano a girare e mi lancio per recuperare più tempo possibile, ma arrivati in fondo al parco, sulla 52esima ancora un falso piano in salita, e sarà cosi fino all’arrivo. Riesco ancora a scattare ed accelerare gli ultimi metri, segno che le gambe vanno ancora e taglio il traguardo, 4 ore e 49 secondi. E’ fatta.
Torno pian piano in albergo (a piedi….) prendo la macchina fotografica e riesco a tornare in zona. Arrivo giusto per vedere (e fotografare) Ilaria che arriva … fantastico. Che festa e che avventura !
Beh, ora non ci resta che cercare di memorizzare e fare nostri questi indimenticabili momenti …. e consigliarvi di iscrivervi alla prossima edizione … ;-)
Un grazie speciale va ai massaggi riabilitanti della ‘mamma’ signora Doria, ai plantari del sig. Barbetta ed ai consigli del dr. Somenzini e a tutti gli amici che ci hanno sostenuto (oltre ad averci dato dei ‘pazzi’).
Ed anche ai tecnici della Asics che su MyAsics Running hanno messo a punto un ottimo programma di allenamento online, programma che abbiamo seguito e che ci ha portato in fondo.
Ed ecco alcune chicche da non dimenticare:

6 Motivi per fare la Maratona di New York
  • La Maratona è una sfida con te stesso, non è una gara contro gli altri, sei solo tu, i mesi di preparazione, la tua determinazione a finire e a raccogliere il risultato sul filo del traguardo. E New York è quella che esercita il fascino, e la sfida, maggiore.
  • La folla. L’abbraccio della folla, soprattutto nei quartieri poveri è commovente, non ricordo di essermi emozionato così tanto in vita mia …. sentire bambini, adulti, anziani, di ogni razza e nazionalità che ti chiamano per nome, incitano l’Italia, ti danno il ‘cinque’ ….
  • L’organizzazione è semplicemente perfetta. Mai in ogni momento, pensi che ci sia qualcosa che non va. C’e’ persino un servizio di alert via email, che segnala a parenti ed amici, il tuo passaggio cronometri ogni 5km. I nostri genitori, a qualche migliaio di km di distanza hanno seguito la gara con noi !
  • E’ commovente ed emozionate. Per la folla, per le organizzazioni di carità che fanno a gara, per le persone che corrono con le scritte più disparate e toccanti
  • New York è una gran bella città, una settimana di ferie in novembre è moooolto graditaJ
  • Morale, non è un gara, è una festa !

2 Motivi per NON farla
  • E’ in salita …  credetemi la quantità di salita percepita è oltre ogni limite di immaginazione. Questo significa che vi richiederà piu’ fatica di quante avete preventivato….
  • E proprio per questo va preparata accuratamente. Senza preparazione il rischio di non finirla o di farsi male è elevato.
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Spero che questo ed i post precedenti possano contribuire a convincerti a fare una maratona anche tu …. e magari quella di New York …. buona fortuna ;-)
Qui i post che abbiamo scritto prima della Maratona, nei giorni precedenti

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