venerdì 29 settembre 2017

Stop al conteggio calorie: per dimagrire bisogna abbinare i giusti alimenti. Scritto da Agnese Tondelli su Ambiente Bio.

dieta
Per anni, tutti coloro che volevano dimagrire hanno contato minuziosamente le calorie messe nel piatto, senza, spesso, badare agli accostamenti dei cibi. Ora, dall’Università della Sapienza, una ricerca potrebbe cambiare radicalmente questo modo di concepire le cose. Ecco come.
Un gruppo di ricercatori dell’Università la Sapienza di Roma ha dimostrato, attraverso uno studio, che per mantenersi in linea è più importante la qualità di ciò che si mangia più che il conteggio energetico dei vari nutrienti. Questo, anche perché con 2 mila calorie al giorno si può essere obesi, oppure magri. Dipende tutto dall’IQD, l’indice della qualità della dieta messo a punto dai ricercatori.
Per mantenersi in linea, quindi, è più importante imparare a effettuare i giusti accostamenti tra i cibi, più che il conteggio delle singole calorie.
L’Indice della Qualità della Dieta si ottiene moltiplicando l’apporto di glicidi, carboidrati e zuccheri non integrali, per quello degli acidi grassi saturi. Il prodotto, poi, deve essere diviso per il quantitativo di fibre (cereali integrali, vegetali e frutta) che vengono ingerite durante il pasto.
Per dimostrare questo risultato, i ricercatori della Sapienza hanno confrontato i diari alimentari di 120 persone con abitudini alimentari completamente diverse: tra i soggetti presi in esame c’erano 30 vegani, 30 latto-ovo-vegetariani, 30 magri onnivori e 30 obesi onnivori.
I ricercatori hanno prestato attenzione che le quantità di calorie assunte giornalmente dai diversi gruppi di studio fossero sovrapponibili: vegani circa 1.970 calorie al giorno con indice di massa corporea-Bmi 23,6; latto-ovo-vegetariani 2.174 calorie con Bmi 22,9; magri onnivori 2.020 calorie con Bmi 23,69; obesi onnivori 2.140 calorie con Bmi 37,9. I soggetti, inoltre, praticavano più o meno la stessa quantità di esercizio fisico.
Andrea Lenzi, ordinario di endocrinologia e direttore della Sezione di fisiopatologia medica ed endocrinologia, Dipartimento di medicina sperimentale della Sapienza, spiega: “A parità di calorie assunte ogni giorno da vegani, vegetariani che includono latte e uova, magri onnivori e obesi onnivori si evidenziano pesi decisamente differenti. Non è solo l’introito calorico a determinare lo sviluppo dell’obesità e del sovrappeso, ma come si costruisce il menù, bilanciando i cibi contenenti grassi saturi o glucidi con le fibre. In linea con i dettami della dieta mediterranea, i piatti privi di fibre e verdure e ricchi di grassi saturi, in particolare le carni rosse, non solo fanno ingrassare, ma facilitano lo sviluppo di malattie correlate all’obesità”.

Lucio Gnessi, associato di medicina interna all’Università, specifica: “Con lo stesso numero di calorie, il peso può essere molto diverso ed esiste una netta prevalenza di sovrappeso ed obesità tra gli onnivori che prediligono carni grasse e alcuni tipi di formaggi, mentre trascurano le verdure. Parallelamente, gli indicatori di malattie correlate a obesità e sovrappeso seguono il medesimo andamento in rapporto alla qualità piuttosto che alla quantità del cibo”.
Naturalmente, lo studio non si esaurisce qui. I ricercatori italiani hanno infatti deciso di allargare il campo di analisi, coinvolgendo ancora più persone nella sperimentazione. Questo per ottenere maggiori risultati e stabilire come impiegare il nuovo indice IQD su ampia scala, rendendolo fruibile a tutti.

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