giovedì 5 dicembre 2013

Cagliari, 01-12-13. VI Cagliari Respira. Scritto da Marcello Fiori.

Marcello Fiori.
1 dicembre 2013, il giorno che ho aspettato per 8 lunghi mesi è arrivato.
Stranamente, nonostante fossi molto emozionato, la notte prima sono riuscito a dormire tranquillamente e bene.
Sveglia alle 7:00, colazione leggera, ultimi preparativi… come mi vesto, quali scarpe… le solite indecisioni.
Afferro lo zaino con il vestiario di ricambio e mi dirigo verso l’appuntamento con gli amici di allenamento.
Poco traffico, arrivo in zona del campo CONI da dove partirà la gara, i vigili non hanno ancora bloccato il traffico, ottimo. :)
Parcheggio e raggiungo il gruppo, siamo tutti elettrizzati, chi più chi meno, qualcuno non è al top per problemi di salute (influenza), ma siamo tutti pronti e carichi come molle.
In men che non si dica sono le 9:30, mancano circa 30 minuti alla partenza, mi rendo conto di non essermi ancora scaldato (strano… non mi capita mai…)
Torno alla macchina, lascio lo zaino, indosso la maglia della società e il pettorale, rientro nel palazzetto… il marasma totale!
Siamo circa 1500 fra iscritti alle due competitive (21 e 13 km) e alla 6 km non competitiva, e tutti stanno girando in pista per scaldarsi.
Mi faccio un giretto anche io per scaldare le gambe, ma mi rendo conto che potrei non riuscire a trovare gli altri per partire in gruppo, quindi lascio stare il riscaldamento e mi metto in cerca.
Eccoli! Ci ricaviamo una nicchia tutta nostra, ancora il tempo di due saluti e SI PARTE!
Passiamo sotto il gonfiabile della partenza, l’emozione mi assale, mentre mi guardo intorno devo trattenere una lacrimuccia.
Usciamo dal palazzetto dello sport, finalmente la calca diminuisce. Cerco di restare con la mia amica Luisa, il programma era di partire tranquilli e fare i primi 10 km insieme, e poi ognuno per se.
Cerco di tenere un passo buono, non troppo veloce, ma nemmeno troppo lento. So che devo scaldarmi e non devo fare l’errore di partire troppo “brillante” o la pagherò dopo la metà del percorso.
Purtroppo, come si dice, ogni piano non sopravvive al campo di battaglia… mi accorgo che sto andando ad un ritmo che dovrebbe essere quello di gara, troppo per i primi km, ma mi dico “Cavolo, è una gara, non un allenamento… dagliene!”
I primi km passano facilmente, ma davvero il ritmo non è il mio, lascio allontanarsi Luisa e rallento; nel mentre mi hanno affiancato altri due amici, Paola e Mauro, per cui ho comunque compagnia.
Intanto siamo alla parte di percorso che porta al Lungomare Poetto… c’è un timido sole che per un attimo mi fa pensare che forse ho esagerato con il vestiario, ma appena arrivato nel tratto esposto, il maestrale teso si fa sentire… freddo!
(il meteo dirà 7 gradi ma percepiti 3 per via del vento…)
Arriviamo all’intertempo dei 5,7 km che segnano l’entrata al Parco delle Saline di Molentargius, e mi ritrovo col vento dritto in faccia. Vai! ^_^
Dopo un breve tratto di sterrato sono di nuovo sull’asfalto, i km passano abbastanza agevolmente, in certi momenti sento caldo ma per il resto è tutto ok.
Passo un ristoro, prendo dell’acqua, ho appresso degli integratori ma il piano prevede di non assumere nulla se non dopo il decimo km almeno.
La giornata è bellissima, il panorama mi permette di distrarmi un po’ dalla fatica e dal vento (niente Mp3 a tenermi compagnia, come detta il regolamento).
Esco dalle Saline, sono quasi al primo giro di boa, ad ogni tappa saluto alcuni amici di allenamento che hanno rinunciato a correre per aiutare l’organizzazione, un po’ mi sento in colpa nel vedere tanti atleti più veloci di me stare fermi.
Sono di nuovo in Viale Poetto, ho passato da poco il decimo km e il piede destro comincia a farmi male, capisco di avere una bolla e mi insulto fra me e me per aver sbagliato, evidentemente, la scelta delle calze.
Però sono già a metà… non esiste che mi fermi. Cerco di variare leggermente l’appoggio sperando di minimizzare i tempi e tiro dritto.
Sono fra il 12esimo e il 13esimo km e mi accorgo che la stanchezza comincia a farsi sentire… troppo presto, penso al prossimo giro dentro le saline col vento freddo e contrario, per un attimo mi sento scarico e dentro di me si affaccia l’idea di ritirarmi.
Mi sfilano davanti agli occhi tutte le cose fatte e dette, gli allenamenti, le promesse, le aspettative… ricordo il tatuaggio che ho sulla spalla sinistra, il significato profondo che ha per me, mi dico “Nessun ritiro, nessuna resa” e riprendo un po’ di vigore.
Altro giro delle saline, questa volta il vento l’ho sentito più della prima, arrivo al ristoro, prendo da bere per togliermi dalla bocca il sapore dell’integratore preso pochi minuti prima, sono al 15esimo km, comincio a sentire i crampi, il cuore è ok ma i muscoli no. Decido di inserire un minuto di camminata ogni 2 km, vediamo come va.
Intanto il piede fa male, mi ero già fermato una volta per cambiare allacciatura sperando di averne sollievo, ma l’avevo stretta troppo. Mi fermo di nuovo, allargo i lacci, riparto, il piede si lamenta, le gambe anche… come dicono alcuni miei amici “Zitto e Corri!
Sono al secondo giro di boa dove dovrei girare a destra per dirigermi verso Ponte Vittorio e Viale Diaz per gli ultimi 4 km… vedo Gianluca che mi fa cenno di girare a sinistra… “no” mi dico “sono al secondo giro, devo andare a destra”… mi rendo conto di essere così bollito da pensare di essere più avanti, evidentemente il mio corpo non vede l’ora che sia finita. :D
Ponte Vittorio, primo tratto in leggera salita, smadonno ma non mollo, così si dice?
Siamo al 19esimo km, ne mancano solo 2 e poco più. Provo ad aumentare il ritmo, ma niente… facciamo all’ultimo km, dico.
L’ultimo tratto prevede di scendere per Viale Diaz dopo un’altra breve  salita, passare davanti alla Fiera Campionaria, fare un altro pezzo e poi tornare indietro.
Arrivo all’ultimo giro di boa, sono al 20esimo, Viale Diaz al rientro è di nuovo in pendenza… leggera, ma ormai sono alla frutta.
Scendo per via Rockfeller, la discesa mi aiuta, riesco a prendere un ritmo più allegro, ormai sto arrivando all’entrata della pista del CONI, vedo il cancello “stringi i denti, ci siamo”: gli ultimi 300 metri sulla pista di atletica, il traguardo mi sembra lontano, lontano… tiro fuori le ultime energie, accelero, non guardo nemmeno il GPS, passo il traguardo, è fatta!
Fermo il Garmin, mi dice 21,280km in 2h:20′:33″, il tempo ufficiale dirà 2h21′:09″… sono sfatto, incrocio vari amici, ad alcuni faccio vedere lo schermo perché non ho fiato per parlare… è stato bellissimo. ^_^
Alla prossima gara!
Il resoconto di Marcello Fiori è stato tratto dal suo blog "2Fat2Run".

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