domenica 3 marzo 2013

Santadi, 03-03-13. Immagini e colori della Gran Fondo del Sulcis. Scritto da Ottavio Piselli.

La strada che va dall’oasi di Santadi alla chiesetta di Santa Lucia è lunga 25 km, e si snoda in un paesaggio di rara bellezza tra alberi di ulivo e torrenti rumorosi.
Ottavio Piselli al 5° km.
Ho avuto modo di gustarmi questo paesaggio dal calduccio di una macchina al cui conducente, finora per me completamente sconosciuto, avevo chiesto un passaggio al termine dalla gran fondo del Sulcis. Una comoda discesa fino a destinazione, tra presentazioni e commenti di quanto appena accaduto. Al termine della gara dicevo appunto, perchè la stessa strada l’avevo percorsa qualche ora prima di corsa nel verso opposto con sensazioni completamente diverse.
Non avevo mai partecipato alla "Gran Fondo", ma ne ero da tempo attratto. I racconti finora erano discrepanti, dalla meraviglia delle meraviglie alla gara più dura in assoluto.
E così tra vedere e non vedere la cosa migliore in questi casi è provare. E così alla partenza delle 9.30 ero insieme ad centinaio di atleti, con una temperatura ideale e una atmosfera di attesa.
Dopo il nubifragio dei giorni scorsi la mia borsa delle meraviglie conteneva l’abbigliamento per qualunque condizione climatica. Pantaloncini corti, pinocchietto e lunghi, maglia maniche corte, lunghe e canotta, e così via.
Alla partenza conosco anche Alessia che da poco si iscritta alla società alla quale appartengo e che corre con vero spirito sportivo con l’umiltà dei principianti.
Pronti via si parte. Come previsto i primi chilometri sono andati via che era una meraviglia, in un ambiente naturale eccellente.
Molti sono partiti a tappo, beato chi ha retto fino alla fine. Trascorsi i primi 10 km non molto difficili che permettevano di poter dialogare e ammirare la bellezza del posto, inizia  a farsi sentire nelle gambe la fatica della perfida leggera lunga salita, così che al primo vero strappo al 14° km la velocità crolla, l’assetto  diventa precario e l’ansia cresce. Siamo solo all’inizio. In queste situazioni ha una sola possibilità di sopravvivenza: non mollare!
E così mi viene in mente non so perché un refrain del grande Lucio
Le distese azzurre
e le verdi terre
Le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto

che ben si adatta in quel momento.
Il detto se ti fermi sei perduto trova ora la sua massima applicazione in quanto a metà strada non puoi nè tornare indietro, né  fermarti visto che nessuno ti può aiutare.
L’unico obbiettivo è raggiungere l’arrivo, quella parolina magica che funge da elisir della speranza.
I km più duri sono quelli dal 14° al 19°, quella sporca mezza decina che non finiscono mai, pur rappresentando il vero motivo per cui sono lì in quel momento!
Per fortuna le caratteristiche di fondista si fanno valere e riesco a scollinare senza troppi danni. La famigerata discesa arriva puntuale e non è così leggera come mi aspettavo, almeno 2 km di fila di strada  scoscesa percorsa a tutta velocità, raggiungendo un ritmo di 3’10’’ a km  che mi spaventano, avrei voluto fotografare l’orologio! Pensare che alla stessa velocità molti ci corrono per 42 km!
Nel percorso che porta alla meta finale riesco anche a superare un bel numero di atleti grazie al mio passo lungo che posso sfruttare durante la discesa, ma che mi svantaggia molto nelle salite.
L’ultima curva porta dritto dritto allo striscione azzurro come il cielo di Santadi, il presidente Lai azzecca il mio nome ma mi attribuisce una curiosa appartenenza all’atletica Parteolla (almeno ha cambiato, visto che spesso confonde Tespiense con Tempio), non so perché ma quasi mi commuovo all’arrivo, conscio di aver vissuto una nuova esperienza, di aver abbattuto un nuovo limite personale, di aver preparato bene la mia gara.
Ora ci sarà una settimana di scarico totale, pochi km per una nuova avventura, la prossima mezza maratona mi aspetta già domenica prossima.
La vittoria è andata a Filippo Salaris di Olbia sul bravo De Venuto, mentre tra le donne riesca a spuntarla la forte atleta di Santadi Pierina Ledda.
Alla fine Alessia si porta a casa il terzo posto di categoria, una piccola grande mamma con tanta forza e caparbietà come solo le donna sanno fare.
Al prossimo anno

3 commenti:

  1. Torrenti rumorosi va bene, paesaggio di rara bellezza va benissimo, la gara pure ma non ho capito gli ulivi come sono fatti? Io vado li spesso a funghi ma gli ulivi bo! Alla prossima
    Priamo

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  2. Hai ragione Priamo. Sicuramente Ottavio è rimasto impressionato dagli ulivi presenti vicino alla chiesa di Santa Lucia. Comunque, a parte questo particolare, ti assicuro che buttare "a caldo" delle impressioni così come ha fatto Ottavio non è semplice. Tieni conto che lui me le ha inviate poco dopo aver concluso la gara, addirittura io ho dovuto inserire i nomi dei vincitori in quanto lui aveva lasciato gli spazi in bianco... Magari anche altri si applicassero a scrivere qualche impressione dopo le loro gare. Io comunque sono sempre molto contento quando coloro che gareggiano mi inviano le loro impressioni della gara. Anzi sfido tutti a farlo, io, salvo non vengano raccontate cavolate, li pubblico nel blog.

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  3. Come si dice "i rigori non li sbagliano solo chi non li batte". Gli ulivi ci sono (area S. Lucia"). Ottavio il rigore lo ha segnato, e alla grande! Anch'io scrivo parecchio ma, per pudore non mando mai i racconti ad Antonello (ma li trovate su Endomondo sul mio profilo). Saluti. Lello

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