sabato 7 luglio 2012

Cagliari, 05-07-12. Parliamo di giudici. Intervista a Gepi Spanedda di Guido Lai (dal sito Fidalsardegna).

Assente il Fiduciario Regionale del GGG della Sardegna Giorgio Nieddu, abbiamo incontrato il suo Vice Gepi Spanedda in un coffee time nell’impianto di Atletica Leggera a Cagliari.
L’occasione mi è sembrata ghiotta per parlare con lui della realtà del Gruppo Giudici di Gara.Il Giudice normalmente è una persona molto amata ma talvolta anche odiata a causa delle sue decisioni. Ad Oristano ad esempio ho sentito questa affermazione “I giudici dovrebbero prima imparare a correre e poi fare i Giudici”. Ritieni che un Giudice debba per forza avere esperienze in pista o su strada prima di essere un Giudice? Le frasi pronunciate dagli atleti dopo una gara sono spesso provocate dalla delusione più che dalla convinzione o dalla certezza di avere subito un torto. Tuttavia la locuzione oggetto della domanda ha un fondamento di verità; non è certamente necessario avere una esperienza personale o diretta come competitor per esprimere con certezza una decisione che compete al giudice di gara; tuttavia l’esperienza aiuta nel valutare fatti e circostanze. La provenienza dal mondo dello sport agonistico praticato è invece un elemento fondamentale per comprendere meglio il comportamento degli atleti. Nella mia attività nell’atletica leggera, ampiamente diversificata, ho conosciuto ottimi ed insuperabili giudici privi di esperienza agonistica diretta ma ricchi di buon senso e di capacità di valutazione. Elemento fondamentale è l’approccio al problema con la conoscenza dei regolamenti ma senza l’arroganza di essere depositari della verità. I giudici di gara hanno la modestia e la consapevolezza che si possono commettere anche degli errori e che non esistono limiti alla necessità di apprendere. Il Giudice di Gara di ieri e il Giudice di gara di Oggi. Cosa è cambiato in questa figura? Il Giudice di gara moderno ha una maggiore facilità di valutare fatti e circostanze, ha una conoscenza anche indiretta delle diverse situazioni, ha supporti tecnici e mediatici prima del tutto inesistenti; al pari di coloro che lo hanno preceduto ha la convinzione di operare per consentire agli atleti, nel rispetto delle norme, di esprimere al meglio le proprie capacità, senza distinzione alcuna. Luciano Serra nella Storia dell’Atletica Leggera scriveva “"L'atletica è universale perché rimane il più naturale degli sport, perché tutti i grandi giochi sportivi terrestri le prendono in prestito i suoi elementi: la velocità, la resistenza, la distensione e la forza. Di tutti gli sport, l'atletica è quella che lascia meno spazio alla valutazione soggettiva". Ecco, i Giudici sono quelli ai quali è demandata questa valutazione. Cosa tiene viva oggi in un giudice di gara la passione per l’Atletica. La passione per l’Atletica nasce da una spinta interiore profondamente irrazionale; la convinzione di poter contribuire, seppure in maniera modesta, al miglioramento delle prestazioni degli atleti ed al raggiungimento di obbiettivi sempre più elevati; la soddisfazione del risultato è appagante per l’atleta e costituisce la spinta per la partecipazione alle competizioni, in forma anche anonima, dei giudici di gara. Mi pare che il numero dei Giudici “operativi” nella nostra isola sia rimasto costante o addirittura sia diminuito. Diciamo che vediamo sempre le stesse persone che con grande sacrificio svolgono il loro lavoro di Giudice. Secondo il tuo parere, cosa tiene lontano i giovani dal diventare Giudici di Gara nell’Atletica Leggera in Sardegna. Il numero dei Giudici operativi si è incrementato nel recente periodo, grazie ai nuovi Giudici che si sono perfettamente integrati ed inseriti; come nelle competizioni è necessario inserirne ogni anno un consistente numero non per sostituire i vecchi ma per affiancarli e crescere insieme. Parliamo della nostra realtà. Quali sono le difficoltà a cui và incontro quotidianamente il GGG Regionale. Il GGG Regionale sconta i problemi del nostro tempo; difficoltà di reclutamento dei nuovi giudici di gara, progressivo invecchiamento delle figure esistenti, carenza di un diffuso spirito di sacrificio, assolutamente indispensabile, mancanza del sentimento di appartenenza che consente e garantisce una sistematica rotazione e rende meno pesante l’impegno di ognuno moltiplicando l’impegno di tutti. I sempre presenti sono senza dubbio meritevoli ma rischiano di essere presto stanchi e di autogenerare la convinzione di essere inamovibile ed insostituibili. In considerazione dell’aumento delle manifestazioni di atletica nella nostra isola con un carico di risorse consistente e un impegno costante e gravoso, credi che la figura di Giudice Volontario oggi sia ancora attuale o si dovrebbe in qualche modo pensare di incentivare i giudici con una sorta di Bonus Gara così come accade in altre Federazioni. Sono convinto che la funzione di Giudice di Gara non possa essere condizionata dal gettone di presenza, perché in tale evenienza forse si incrementerebbe il numero dei presenti ma non sarebbe garantita la passione per l’atletica che è il motore vero della attività del giudice di gara; se risorse economiche si rendessero disponibili dovrebbero essere destinate a migliorare servizi ed attrezzature che rendano più facile il lavoro dei giudici, oltre che per migliorarne la formazione e la competenza. Come affronta il GGG Regionale il problema degli aggiornamenti Tecnici per i Giudici di Gara. Gli incontri periodici previsti dalla attuale regolamentazione non sono assolutamente sufficienti; occorre programmare, in occasione delle competizioni a valenza regionale, incontri specifici per illustrare gli aggiornamenti e per scambiarsi esperienze e problematiche. In questo senso è prevista per il futuro una adeguata programmazione, sia per le competizioni su pista che per le gare su strada: E mi piacerebbe, in talune circostanze, invitare anche gli atleti perché prendano coscienza delle problematiche e delle difficoltà.

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