sabato 26 maggio 2012

Firenze-Faenza, 26-05-12. Il “Passatore” vissuto da Marta Piga.

Partenza per il Passatore ore 15,00, ho voglia di piangere l'emozione mi assale, dopo tanti mesi di allenamenti intensi finalmente è arrivata l'ora, mio marito va a Faenza in treno  e io rimango sola in mezzo a tanta gente sconosciuta ad eccezione di alcuni atleti con cui ho avuto modo di parlare, dal momento del ritiro del pettorale, della difficoltà del percorso avendola, loro, fatta per ben sette volte.
Marta appena dopo la partenza a Firenze.
Si sente il primo sparo, tutti si abbracciano incoraggiandosi a vicenda, poi si parte le persone accalcate durante il percorso ci acclama e incita, l'emozione è sempre più forte, avendo la maglietta con la scritta Sardegna con i 4 mori molti mi salutano con un ciao Sardegna e questo mi incoraggia. Mio marito mi ha aiutata  tantissimo, mi ha incoraggiata e io mi sono fatta forza. Il caldo si fa sentire ma non per molto, incontro tre ragazze di Pisa che mi dicono di seguire loro, sono gentilissime ed essendo sola provo a stare al loro passo, una di loro l'ha fatta per ben sette volte, ha un bel passo poi lungo il percorso incontro Claudio Moreggio e questo mi è stato di conforto, un grande, corriamo insieme fino al Passo della Colla poi si cammina anche perchè sono stati in pochi a correre per tutto il percorso, comincia a fare freddo io ho una felpa fin dalla partenza allacciata in vita, poi incontro un gruppo di Oristano, che bello mi sento a casa, si fa per dire, uno di loro è infreddolito gli lascio la mia felpa che terrà fino alla fine della gara, iniziano le salite, e che salite, non finivano mai, arrivati al passo della Colla mi cambio, trovo subito la mia borsa, mi metto una felpa i guanti,  e il frontalino, ad ogni ristoro c'è brodo caldo,  mi fermo a tutti i rifornimenti, in un paesino un bambino mi da un bigliettino,  leggo, c'era scritto SEI GRANDE volevo tornare indietro e abbracciarlo, mi emoziono di nuovo, dopo il passo della Colla inizia la discesa so che non devo esagerare corro finché posso fino al 65 km sto bene, è buio vedo solo le luci dei frontalini , il mio si è rotto, comincio a sentire freddo, molto freddo da battere i denti , i miei piedi sono due mattoni, corro fino allo sfinimento poi decido di camminare ma con questo quando arrivo, alterno corsa con camminata, sta albeggiando ma io non riesco più   a muovere neanche le mani sono tutta un dolore, c'è già qualcuno in strada che ci ha preparato il caffè ma il mio stomaco rifiuta qualsiasi alimento.
Marta dopo l'arrivo.

Sono gli ultimi km ma sono interminabili, vedo il traguardo e inizio a piangere a dirotto non riuscendo quasi a respirare, avrei voluto urlare ma non avevo la forza di farlo, ecco ora vedo mio marito l'abbraccio, sono contenta di averla portata a termine, un ragazzo mi fa i complimenti dandomi la medaglia e dicendomi brava Marta forza Sardegna, risentendo Sardegna mi sono inchinata.
Un ringraziamento a tutti quelli che mi sono stati vicino, ma soprattutto a Lorenzo D' Elia, dell' Atletica San Giovanni, con la quale ho condiviso tantissimi km. sino all' arrivo avvenuto alle 6 del mattino. Ciao a tutti, Marta.

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